14 aprile 2016

Il voto democratico e il petrolio...



Il premier Renzi definisce “magistrale” l’intervento del presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano, che ha giustificato l’eventuale astensione al referendum di domenica 17 aprile.
Peccato che l'ex-Presidente aveva detto, quando era presidente, che si deve sempre andare a votare... 
Peccato anche che il premier Renzi e l'ex-presidente dimentichino che i promotori dei referendum di domenica prossima sono anche, e direi soprattutto, del Partito democratico; tra loro ci sono diversi presidenti e assessori di Regioni governate dal PD. 
Della Regione Marche, solo per fare un esempio...

La realtà è che i quesiti referendari, promossi dagli stessi esponenti del PD, erano molti di più e ne è rimasto solo uno. 
Io non sono per niente contrario, a priori, alle ricerche di petrolio e gas, soprattutto per garantire riserve al Paese in caso di crisi energetiche o guerre. Inoltre, in generale sono un moderato, ma non condivido nè i metodi di assegnazione, nè le basse royalty pagate dalle multinazionali del petrolio all'Italia, nè il sistema decisionale che permette alle lobby di decidere per intero il nostro futuro in un mare così a rischio come quello che lambisce le nostre coste. Inoltre basterebbe collegare il gasdotto dall'Albania all'Italia per avere gas pronto per l'uso direttamente dall'Azerbaigian a costi ridottissimi. E' in gioco, quindi, il nostro modello di sviluppo energetico, ma anche il futuro della pesca, della ristorazione sulle coste, del turismo balneare, dell'ambiente e del paesaggio. 

Votando Sì al referendum gli italiani otterrebbero, come scrive Enrico Verga sul Sole 24 Ore del 15 aprile 2016, limiti temporali per le concessioni definiti in pochi anni. In pratica le compagnie energetiche dovrebbero estrarre più prodotto possibile entro i termini previsti. Sfondando le quote di franchigia e quindi pagando più royalty. Il tutto a vantaggio della comunità locale e nazionale.
Perchè governare non significa solo fare, ma farlo bene. E, soprattutto, a vantaggio di tutti noi e non solo di qualcuno...



3 aprile 2016

Libertà di opinione...

La ministra Guidi "è indifendibile", dice il premier ai suoi collaboratori, lo scrive il Sole 24 Ore di venerdì 1 aprile 2016, che non è un giornale di comunisti o disfattisti (anzi è il giornale di Confindustria, cioè degli imprenditori, che è finanziato ogni anno per 500 milioni di Euro dallo Stato, cioè dai contribuenti italiani).

Nell'articolo di Emilia Patta, del giornale di Confindustria che appoggia il Governo dell'attuale premier, si spiega come "Guidi, parlando appunto con il suo compagno Gemelli, gli garantisce il via libera a un emendamento della Legge di stabilità che va incontro ai suoi interessi imprenditoriali. Un'intercettazione che tra l'altro chiama in causa il centro del potere del Governo Renzi, visto che Guidi cita anche la ministra Boschi: Anche Maria Elena è d'accordo."

Dopo le dimissioni della ministra, seconda dimissione del Governo Renzi dopo quella del ministro Lupi, Berlusconi commenta: "Le intercettazioni sono un vulnus della democrazia"

Tale dichiarazione avrebbe sollevato vibranti proteste se il PD fosse stato all'opposizione come tre anni e mezzo fa.

Oggi, invece, non si sono levate voci di protesta, o anche solo di dissenso, per l'avventata dichiarazione dell'ex-premier, evasore fiscale pregiudicato.

Evidentemente per molti la libertà di opinione esiste solo quando coincide con quella del capo...