25 aprile 2015

25 aprile.

Si discute: la Resistenza civile è stata più o meno importante della Resistenza armata? 
La Resistenza civile rimane tuttora un fenomeno poco indagato che meriterebbe più attenzione, più studio, più considerazione.
Ne sono a maggior ragione convinto io che ho l'onore di far parte dell'Associazione storica Casa della Memoria di Servigliano.
In effetti le celebrazione di stampo militarista offuscano spesso il ruolo determinante di chi la Resistenza l'ha fatta senza armi, sfidando fascisti e truppe tedesche, infischiandosene di bandi di fucilazione e rastrellamenti.
Decine di migliaia di italiani ospitarono ex-prigionieri inglesi e americani ed ebrei italiani.
Milioni di italiani fecero Resistenza dando soccorso a chi ne aveva bisogno e appoggiando i patrioti combattenti sulle montagne.

Altri amici soppesano il ruolo avuto dalle armate straniere nella Liberazione. 
Pochi sanno che furono i polacchi a morire più di tutti gli altri per liberare l'Italia. 

In tanti ci si chiude con la propria personalissima visione del mondo e delle cose. 
A tutti sfugge che ogni analisi e ricerca andrebbe riportata in un mosaico di crescita civile collettiva, ma questo mosaico non c'è, non c'è l'orditura di una trama che oggi, a 70 anni dalla Liberazione, sarebbe necessaria.
Infatti, non può sfuggire che, nonostante i 70 anni passati, gli ideali liberali e democratici alla base della Liberazione si siano appannati e siano coltivati come valori residuali, nostalgie di un mondo che non c'è più.
Di un mondo che se ne andrà con la scomparsa degli ultimi patrioti, degli ultimi testimoni e protagonisti di un'epoca.

Le giovani generazioni seguono spesso, troppo spesso, fanatismi e razzismi.
Peggio: coltivano il disimpegno, l'apatia. 
Scelgono la volgarità dell'ignoranza.
La colpa non è solo loro o delle loro famiglie travolte dalla crisi economica e morale. 
La colpa è anche di una scuola che non insegna il Novecento fino al 2015, o che, se lo fa, lo fa a slogan, a omissioni, in un sistema scolastico che è antiquato e che rischia di essere peggiorato da nuovi tagli contrabbandati come riforme.
La colpa è di una società che tutta intera ha perso il senso della responsabilità civile con intellettuali travolti da un mondo televisivo dove si va solo per presentare l'ultimo film, l'ultimo libro.
La colpa è di una politica capace di chiacchiere che non sa offrire esempi e modelli. 
Una politica che, nell'Europa liberata 70 anni fa, è sempre meno democratica e sempre più legata a visioni centralistiche caratterizzate dagli interessi dei grandi gruppi finanziari.
Una politica frettolosa fatta di twitter e di annunci, di battute con cui si liquida ogni dibattito, di tendenze sempre più legate a visioni personalistiche che ripropongono dittature in salsa pseudo-moderna.

Buon 25 aprile a tutti!


   

19 aprile 2015

Alla vigilia della terza guerra mondiale?

Dopo i morti all'Università di Garissa in Kenya, i bombardamenti nello Yemen, i giorni di odio razzista in Sud Africa, i 700 morti nel  mare e i 25 cristiani etiopici trucidati in Libia, vi chiedo se questo è il mondo che vogliamo per noi e i nostri figli.
A me non piace il razzismo, vera peste dell'umanità, ma non amo neanche il buonismo ipocrita e chi mette la testa sotto la sabbia facendo finta di niente.
Non  sono d'accordo neanche con chi oggi, 2015, continua a dire "crescete e moltiplicatevi": la popolazione mondiale è quadruplicata negli ultimi 100 anni e siamo 7 miliardi e 200 milioni di abitanti.
Le istituzioni religiose, di qualsiasi religione, che non propongono una pianificazione demografica e rimangono legate a visioni medievali della vita e della morte ingannano i poveri e hanno responsabilità gravi sul loro sfruttamento.
Papa Francesco ha ragione quando parla di solidarietà, ma deve anche dire che senza pianificazione demografica la tragedia delle risorse insufficienti continuerà.
Non ha alcun senso far nascere bimbi che poi muoiono perchè non hanno assistenza sanitaria, non hanno cibo; o che, se anche hanno un minimo di cibo, crescono denutriti, malati, senza istruzione, e quindi senza possibilità di accedere a un mondo che chiede titoli, esperienza, cultura, diplomi.   
La metà della popolazione non ha cibo sufficiente, non ha istruzione, non sa che cosa è il tempo libero e la cultura, non conosce la storia della civiltà, non sa perchè è nata.
Fugge, emigra, continuerà a farlo...
Il mondo che ha prodotto la civiltà si disinteressa dei miliardi di esseri umani che ogni giorno non sanno come riempire lo stomaco, o non possono raggiungere una scuola, o una Università. 
Il mondo che ha prodotto la civiltà coltiva, nel suo stesso seno, le filosofie, le ideologie, gli storicismi che elaborano il razzismo di ieri e di oggi, le forme di sfruttamento e le dittature, le logiche delle lobby e delle multinazionali che condizionano i sistemi produttivi e i commerci mondiali.
In Italia e in Europa, una casta politica che sa pensare solo ai propri privilegi e agli interessi della grande finanza, non si assume le proprie responsabilità e non è più in grado di dare risposte liberali e democratiche.
Francesi e britannici, che tanto vollero la fine di Gheddafi, ora si disinteressano dell'emigrazione nord-africana e delle problematiche presenti in Libia. 
Dobbiamo sviluppare un confronto che ci consenta di pervenire a soluzioni condivise e che eviti l'ipocrita silenzio di fronte alla tragedia di una umanità di cui ci ricordiamo solo in occasione di eventi tragici, o di viaggi esotici, o del fastidio e disagio che proviamo a casa di fronte ad una criminalità crescente e sempre più fuori controllo.
L'Italia mi sembra un luogo dove ci si divide su tutto, ognuno lucida... "gli ortaggi del proprio orticello" e non si vuole capire che siamo alla vigilia di tragedie che possono travolgere la nostra intera Storia...

Che si ritorni a studiare, ad educare, a creare tessuto civile, a operare politica del territorio in forme democratiche; che ognuno si prenda la responsabilità dell'impegno alla vigilia di fatti drammatici che stanno arrivando.
 Vedo tanti, troppi, già tristemente assuefatti.

© RIPRODUZIONE RISERVATA PAOLO GIUNTA LA SPADA