Come sempre, quando c’è un evento internazionale, si fanno domande.
Come andranno le Olimpiadi di Londra?
Dovevano essere un evento fortemente eco-sostenibile.
In realtà, nonostante le solenni promesse, come scrive il Guardian, solo il 9% dell’elettricità usata nel villaggio olimpico proviene da fonti rinnovabili mentre il materiale riciclato, doveva essere il 90%, alla fine è risultato solo l’1%.
Londra resta una delle capitali più inquinate del mondo con un tasso di ossido di carbonio nell’aria superiore a quello consentito dalle leggi internazionali e gli sforzi per ridurre l’inquinamento in coincidenza dei giochi olimpici è miseramente fallito.
Ha fatto scandalo, per la verità uno scandalo messo a tacere con un certo imbarazzo, il villaggio dei “cleaners”, i lavoratori delle Olimpiadi.
Sul Daily Mail la giornalista Katherine Faulkner ha descritto la condizione dei lavoratori immigrati che puliscono il villaggio olimpico.
Sono stati sistemati in container e baracche di lamiera, 12 per baracca, meno di un metro quadrato a testa; dispongono di un solo wc ogni 25 e di una sola doccia ogni 75 persone.
Il campo è recintato da filo spinato elettrificato, gli addetti alla sicurezza non fanno entrare nessuno dopo l’articolo del Daily Mail, e i lavoratori vengono licenziati immediatamente se hanno il benché minimo contatto con stampa, televisione o atleti.
Le baracche sono talmente vicine tra loro da non far passare luce o aria.
Il luogo appare come un vero campo di prigionia, uno slum all’interno della periferia est della città dove sorgono molti impianti olimpici.
Chi volesse leggere l’articolo di Faulkner e guardare le poche foto disponibili può copiare il seguente link:
http://www.dailymail.co.uk/news/article-2174034/London-2012-Olympics-10-room-1-shower-75-people-Inside-slum-camp-Olympic-cleaners.html
Le medaglie d’oro, d’argento e di bronzo per gli atleti vengono da un’azienda nota negli USA come una delle più inquinanti del mondo, la Rio Tinto, proprietà inglese e australiana, che sfrutta la miniera di rame Kennecott Bingham Copper Mine nei pressi di Salt Lake City. L’azienda è stata denunciata da centinaia di cittadini a associazioni americane perché non rispetta i più elementari diritti alla salute dei suoi lavoratori e della popolazione della regione e ha violato lo US Clean Air Act.
Le medaglie d’oro avranno, per decisione del Comitato olimpico di Londra, il 92,5% di argento, il 6,66 di rame e solo l’1,34 d’oro.
Quelle d’argento conterranno il 92,5 d’argento e per il resto rame.
Le medaglie di bronzo avranno il 97% di rame, il 2,5 di zinco e lo 0,5 di stagno.
I Giochi olimpici, così si spera a Londra, dovrebbero far dimenticare i vistosi scandali della City finanziaria.
Una delle più grandi banche inglesi, la Hong & Shangai Banking Corporation, prima banca europea per capitalizzazione, è accusata di finanziare Al Quaeda e altri gruppi terroristici e di riciclare il denaro che proviene dalle attività di pirateria in Somalia e dal narcotraffico in Messico come scritto sul Financial Times e ammesso a malincuore anche dal portavoce della banca Robert Sherman.
Altrettanto grave la manipolazione, da parte della stessa banca e in misura ancora più ampia dalla importantissima Barclays Bank, del tasso Libor e, probabilmente, del tasso Euribor.
I tassi venivano adattati alle convenienze delle banche inglesi e non tenevano conto delle valutazioni reali e degli accordi stipulati con i clienti.
Lo scandalo più grande è che la Banca d’Inghilterra era a conoscenza del fatto, ma non è mai intervenuta a tutela dei risparmiatori e del buon nome del sistema britannico.
Gli sponsor ufficiali dei Giochi Olimpici sono Coca Cola, Macdonalds, Acer, Omega, Dow, GE, Panasonic, P&G, Visa, Atos, Samsung, BMW, BP, Adidas, Lloyds, British Airways, Thomas Cook, Cadbury.
Non pensate di mangiare un “fish and chips” vicino allo stadio, sono stati vietati e solo Macdonalds può venderli; un bar che si chiamava da sempre Olympic bar è stato costretto a togliere la O dalla sua insegna per tutta la durata dei giochi; non potrete andare in giro con il vostro berretto allo stadio se non è "firmato" dagli sponsor autorizzati.
© RIPRODUZIONE RISERVATA Paolo Giunta La Spada
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7 commenti:
Viste le foto del Daily Mail: è un moderno campo di concentramento...
A Londra di veramente "olimpico" c'è ben poco
Gli imbrogli della Barclays andranno avanti e dureranno molto al di là della fine delle Olimpiadi. I giornali inglesi cercano di minimizzare parlando di "cultura" da cambiare, ma il sistema è marcio e la capitale del sistema è Londra.
L'incognita più grande e il rischio maggiore è dato dal pericolo terrorismo. Un evento così importante attira matti e criminali di ogni tipo
Il neo-colonialismo ha radici antiche e tuttora non superate. Quanto scritto in questo articolo mi ricorda le immagini che vidi a N.Y. dopo l'11/9: i lavoratori che pulirono le rovine del WTC e tolsero, per quanto possibile, l'amianto delle strutture erano per la quasi totalita' ispanici provenienti dal Messico e altri stati del Centro America. Erano reclutati da aziende private con meccanismi discutibilmente selettivi ed assai simili al caporalaggio. I loro turni a rotazione erano di 16 ore al giorno divisi in 8+8. Fu evidente che l'amministrazione non voleva far ammalare di malattie respiratorie e cancro i propri cittadini e preferi' affidare il lavoro sporco agli immigrati. Naturalmente di tutto questo non se ne parlo' tanto i media erano impegnati a ricostruire l'immagine dell'eroe americano che fosse egli il pompiere, il poliziotto o il lavoratore all'interno delle torri gemelle, vittima dell'atroce e vergognoso attacco terroristico. Insomma la realta' delle cose va sempre ben al di la' della propaganda e delle immagini patinate. Queste ultime non sono che mezzi mediatici per illuderci di vivere in un mondo che non esiste .... se non per pochissimi (auto)eletti.
Altro che fair play. Più che Olimpiadi sembrano la corsa allo sfruttamento dei polli
Un'organizzazione brillante, ma asfissiante e controproducente. Esclusi gli appassionati di sport, nessuno sta andando in vacanza a Londra. Quest'anno molto meglio mangiare un fish'n chips a Dublino....
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