6 marzo 2022

La battaglia per la libertà e per la pace non è finita 76 anni fa


 

Il campo di Servigliano è monumento nazionale. E’ il riconoscimento a un percorso ventennale di raccolta delle testimonianze, conoscenza della storia del nostro Novecento, divulgazione, educazione alla pace e ai valori costituzionali.

Ma, circondati come siamo dalle guerre, non servirà a niente se non avremo il più  grande coraggio per far capire che cosa insegna il campo con le sue diverse testimonianze, ovvero l’orrore per le guerre e la necessità della pace come valore non trattabile, irrinunciabile.

Vedo che i nazionalismi di ieri risorgono in modalità sempre più pericolose, le ideologie razziste riprendono forme sempre più preoccupanti, e l’Europa e il mondo intero sembrano precipitare di nuovo nell’abisso della guerra.

Condannare le guerre non serve a niente se non si condannano e non si contrastano i regimi dittatoriali che le producono.

Putin è un dittatore che non permette alcuna forma di opposizione nel suo Paese e che inventa un nemico, la società liberale e democratica e il mondo occidentale, per mantenere il potere in Russia e per evitare che la stessa Russia diventi libera e democratica.

Perché in una Russia libera e democratica non ci sarebbe posto per un dittatore come Putin.

Si fronteggiano due sistemi diversi e opposti, come prima del 1989.

Non si può dire no alla guerra senza schierarsi contro il regime putiniano che l’ha prodotta.

Sarebbe come se il 1° settembre 1939, il giorno dell’invasione nazista della Polonia, avessimo detto No alla guerra senza condannare il regime nazista.

Sarebbe come se, con la resa incondizionata dell’Italia fascista sconfitta, dopo l’8 settembre avessimo detto No alla guerra senza dire contemporaneamente No al fascismo che quella guerra aveva voluto e intrapreso.

I nostri valori non saranno mai quelli di Putin, ma sono oggi più che mai quelli costituzionali.

La liberazione dal fascismo ha comportato l’assunzione di un nuovo ruolo dell’Italia nel mondo libero, e la libertà che abbiamo goduto e che tuttora godiamo è stata garantita dal fatto che oggi, come 76 anni fa ci hanno insegnato i nostri genitori con la Resistenza al nazifascismo, l’Italia fa parte dell’alleanza delle nazioni del mondo occidentale.

Per tutta la vita sono stato testimonianza e denuncia degli errori del nostro mondo, ma non si può dimenticare che il nostro stesso pensiero critico è reso possibile perché il nostro sistema permette la nostra libertà.

Trovatemi i mondi dove è possibile altrettanto: di certo non nella Russia del regime putiniano, non nella dittatura cinese, non nei regimi integralisti religiosi, non nelle dittature di tipo militare.

Questo significa che non è possibile non schierarsi perché non schierarsi è come vedere nel 1941-1942 l’intera Europa occupata dai nazifascisti e non schierarsi.

Dire né con Putin, né con la NATO significa voler apparire come “anime sante” che non intendono mai “sporcarsi le mani” ed è anche troppo comodo, inoltre non credere a nulla alla fine produce solo disimpegno e nichilismo.

Dall’altra parte c’è chi ama Putin perché Putin nega i diritti civili a gay ed lgbt che vengono perseguitati,
incarcerati, torturati e discriminati, in sostanza amano il dittatore fascista che Putin incarna e detestano l’Occidente, che è il piatto nel quale mangiano allegramente.

La battaglia per la libertà e per la pace, evidentemente, non è finita 76 anni fa.