18 luglio 2022

Il Paese dell'Odio

 

C’era una volta il Paese dell’Odio.

Questo Paese, dall’antico passato tanto illustre quanto decaduto,  era famoso tra i suoi vicini perché gli abitanti, e soprattutto gli alti dignitari di corte, eccellevano nell’attività del chiacchierare.

Per chiacchierare, nel Paese dell’Odio, non si intendeva la semplice chiacchiera piacevole che si fa tra amici dopo un caffè, un tramonto in campagna o un buon bicchiere, ma si intendeva il parlar male dell’altro.

Nel volgere di pochi anni la situazione nel Paese dell’Odio era diventata sempre più difficile perché tutti si lamentavano di qualcosa, ma nessuno si adoperava per migliorare la situazione. Proprio nessuno, no. Alcuni, molto bravi, si impegnavano e faticavano per risolvere problemi, trovare soluzioni, migliorare la vita di tutti, ma proprio per questo erano visti con odio dai dignitari di corte e dai loro pigri e incompetenti seguaci che dicevano sempre: “perché quello pulisce la strada? Perché quello fa volontariato? Perché quello è così buono e gentile? Sicuramente nasconde qualcosa!”

Gli abitanti del Paese dell’Odio, insomma, credevano nella logica del “tanto peggio, tanto meglio” e, quando un nuovo governante onesto e avveduto tentava di migliorare le cose per il bene di tutti, lo apostrofavano con insulti di ogni genere e lo calunniavano.

Questi strani abitanti avevano anche un motto che più o meno suonava come “mai prendersi la responsabilità di alcuna cosa, criticare è sempre meglio!”  

All’ingresso del Paese dell’Odio c’era un cartello che diceva: “chi fa sbaglia sempre, chi chiacchiera ha sempre ragione!”

Anche questo motto era alla base della vita degli abitanti che, infatti, alle elezioni votavano sempre i chiacchieroni bugiardi, gli incapaci, gli strilloni ignoranti e i dignitari di corte che predicavano odio.

Nel Paese ognuno litigava con l’altro, e tutti erano d’accordo su una sola cosa: impedire che qualcuno operasse per il bene collettivo perché nel Paese dell’Odio si era adottato il nichilismo come filosofia di vita.

Non che non si andasse in chiesa, anzi le chiese erano piene la domenica, ma ci si andava più che altro perché un’altra caratteristica del Paese dell’Odio è che tutti volevano apparire normali, e questo lo fanno ancor oggi a tutti i costi e tra di loro si chiamano "brava gente".

Così, oltre a farsi vedere in chiesa la domenica, gli abitanti del Paese dell’Odio postavano su Facebook foto di vite meravigliose sempre con il costante obiettivo di apparire normali e, soprattutto, apparire sorridenti e felici.

Questo permetteva agli abitanti di riempire il vuoto e il marcio delle loro esistenze e di continuare a vivere di segreti, sotterfugi, mediocrità e opportunismo.

Una leggenda racconta comunque che un giorno, tra una litigata e l’altra, una tempesta distrusse il Paese dell’Odio, ma gli abitanti erano così intenti a parlar male che non si  accorsero di nulla.

 

Paolo Giunta La Spada

Per Italy & World

6 marzo 2022

La battaglia per la libertà e per la pace non è finita 76 anni fa


 

Il campo di Servigliano è monumento nazionale. E’ il riconoscimento a un percorso ventennale di raccolta delle testimonianze, conoscenza della storia del nostro Novecento, divulgazione, educazione alla pace e ai valori costituzionali.

Ma, circondati come siamo dalle guerre, non servirà a niente se non avremo il più  grande coraggio per far capire che cosa insegna il campo con le sue diverse testimonianze, ovvero l’orrore per le guerre e la necessità della pace come valore non trattabile, irrinunciabile.

Vedo che i nazionalismi di ieri risorgono in modalità sempre più pericolose, le ideologie razziste riprendono forme sempre più preoccupanti, e l’Europa e il mondo intero sembrano precipitare di nuovo nell’abisso della guerra.

Condannare le guerre non serve a niente se non si condannano e non si contrastano i regimi dittatoriali che le producono.

Putin è un dittatore che non permette alcuna forma di opposizione nel suo Paese e che inventa un nemico, la società liberale e democratica e il mondo occidentale, per mantenere il potere in Russia e per evitare che la stessa Russia diventi libera e democratica.

Perché in una Russia libera e democratica non ci sarebbe posto per un dittatore come Putin.

Si fronteggiano due sistemi diversi e opposti, come prima del 1989.

Non si può dire no alla guerra senza schierarsi contro il regime putiniano che l’ha prodotta.

Sarebbe come se il 1° settembre 1939, il giorno dell’invasione nazista della Polonia, avessimo detto No alla guerra senza condannare il regime nazista.

Sarebbe come se, con la resa incondizionata dell’Italia fascista sconfitta, dopo l’8 settembre avessimo detto No alla guerra senza dire contemporaneamente No al fascismo che quella guerra aveva voluto e intrapreso.

I nostri valori non saranno mai quelli di Putin, ma sono oggi più che mai quelli costituzionali.

La liberazione dal fascismo ha comportato l’assunzione di un nuovo ruolo dell’Italia nel mondo libero, e la libertà che abbiamo goduto e che tuttora godiamo è stata garantita dal fatto che oggi, come 76 anni fa ci hanno insegnato i nostri genitori con la Resistenza al nazifascismo, l’Italia fa parte dell’alleanza delle nazioni del mondo occidentale.

Per tutta la vita sono stato testimonianza e denuncia degli errori del nostro mondo, ma non si può dimenticare che il nostro stesso pensiero critico è reso possibile perché il nostro sistema permette la nostra libertà.

Trovatemi i mondi dove è possibile altrettanto: di certo non nella Russia del regime putiniano, non nella dittatura cinese, non nei regimi integralisti religiosi, non nelle dittature di tipo militare.

Questo significa che non è possibile non schierarsi perché non schierarsi è come vedere nel 1941-1942 l’intera Europa occupata dai nazifascisti e non schierarsi.

Dire né con Putin, né con la NATO significa voler apparire come “anime sante” che non intendono mai “sporcarsi le mani” ed è anche troppo comodo, inoltre non credere a nulla alla fine produce solo disimpegno e nichilismo.

Dall’altra parte c’è chi ama Putin perché Putin nega i diritti civili a gay ed lgbt che vengono perseguitati,
incarcerati, torturati e discriminati, in sostanza amano il dittatore fascista che Putin incarna e detestano l’Occidente, che è il piatto nel quale mangiano allegramente.

La battaglia per la libertà e per la pace, evidentemente, non è finita 76 anni fa.

 

 

11 gennaio 2022

I numeri per eleggere il Presidente

Deputati: 630

Senatori: 320

Delegati regionali: 58

Totale votanti: 1008

Maggioranza di 2/3:  672

Maggioranza assoluta: 505


Ipotesi maggioranza (fonte Corriere della Sera)

Centro Sinistra: 414

Centro Sinistra + Renzi + Calenda: 461

Centro Destra: 451

Centro Destra + Renzi: 493


https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/11/18/rischio-di-voto-anticipato-vitalizio-assicurato-agli-onorevoli-bastera-versare-30mila-euro-sollievo-dei-parlamentari-al-primo-mandato/6395819/