26 marzo 2018

L'insostenibile leggerezza della nostra politica estera

"E come Esteri. Nessun partito mostra di avere una visione chiara di politica estera. Ci si limita a dire di essere europeisti o non europeisti, ma nessuno ci spiega come si colloca l'Italia nelle crisi e nei conflitti in corso, nelle relazioni con gli alleati (USA, Europa), nella tutela della pace, della nostra economia e dei nostri interessi geo-politici. Nelle grandi questioni internazionali non si può essere "amici di tutti": chi è "amico di tutti" non è amico di nessuno".


Lo scrivevo prima delle elezioni e oggi, puntualmente, l'inconsistenza della politica estera italiana emerge in tutte le sue contraddizioni irrisolte. 
La questione dei diplomatici russi espulsi ci obbliga ad un allineamento forzato che non è utile nè per il confronto sul disarmo e sulla pace, nè per i nostri preminenti interessi nazionali.
 Le forze di governo e quelle che dovrebbero comporre il nuovo governo si muovono alternando totale acquiescenza nei confronti dei potenti alleati dell'Alleanza atlantica, in primis USA e Regno unito, e vaghe dichiarazioni di amicizia nei confronti della Russia.

Si ribadisce così la debolezza della nostra classe politica e l'assenza di una linea che coniughi in modo chiaro e coerente la visione atlantico-europea e la salvaguardia della pace e degli interessi italiani.

5 marzo 2018

Il Mondiale è perso...

Nel mondiale l'Italia se la giocava con il Resto del Mondo, composto dai giocatori più forti del pianeta.
Nel primo minuto del primo tempo la giovane promessa Brenzi prendeva la palla sulla fascia, scartava un giocatore, in realtà non lo scartava perchè era della sua squadra, lo spingeva fuori dal campo il povero Bletta, e continuava la sua corsa.
Caspita come correva Brenzi!...
Il pubblico si esaltava a quelle rincorse, a quelle discese sulla fascia; capiva meno quando Brenzi si fermava a parlare con l'arbitro.
Ma come "si mette d'accordo, con l'arbitro"? fischiava il pubblico sgomento.
L'arbitro Trapolitano, in effetti, fischiò un rigore dubbio a favore dell'Italia e Brenzi, cacciati incomprensibilmente tutti i suoi compagni di squadra, lo segnò tirando una vera bomba.
La folla era in delirio e da quel momento chiamò l'attaccante italiano il Bomba.
L'importante era il risultato e così anche i compagni di squadra, uno dopo l'altro, lo acclamarono leader della squadra.
Si andò al riposo sull'uno a zero, gol di Brenzi.
Nel secondo tempo tutto andava per il meglio, ma Brenzi cominciò a dire che lui era anche l'allenatore e non solo il goleador della squadra.
Mandò in panchina il giovane Zivati, poi l'altrettanto giovane Passina, infine i veterani di mille battaglie Mersani e Balema che peraltro non si erano molto impegnati nelle ultime partite.
Il pubblico italiano, deluso dai cambi, lasciò lo stadio.
Brenzi disse "anche se il pubblico non va allo stadio non fa niente, l'importante è vincere".
Il Resto del Mondo pareggiò.
Brenzi preoccupato fece entrare in campo suo padre, la Foschi e il padre della Foschi, ma non ci fu più nulla da fare.
Al 90° minuto era rimasto senza compagni, il Resto del Mondo passò all'attacco e segnò 5 gol con l'oriundo brasiliano Di Tajo.
Brenzi fu espulso al 95° per doppia ammonizione: l'ultimo cartellino giallo risaliva al 4 dicembre.
Il giudice di campo, il tedesco Berkel, gli ricordò che l'Italia non aveva ancora pagato le magliette.
Ora gli italiani vorrebbero sapere chi giocherà nell'Italia.
Ma ancora non si sa niente.
Il Mondiale è perso e il campo è rimasto vuoto.