30 ottobre 2017

Un leader senza coalizione

Ora c'è chi cerca a tutti i costi una coalizione dopo aver voluto, a tutti i costi, distruggere il suo stesso partito e la sua stessa coalizione...  Con voto di fiducia incluso, prendere o lasciare, per una legge elettorale basata sulle coalizioni. Ma non se ne rendeva conto?

29 ottobre 2017

Sulla festa di Halloween




La globalizzazione assomiglia ad una costante minaccia di colonizzazione.
Dell'industria culturale anglo-americana.
Chi ha paura dell'invasione da parte delle culture "altre" farebbe bene a riflettere su dove si producono mode, sub-culture, letterature, cinema e musica che i nostri giovani assimilano senza neanche ragionarci sopra.
Anche i politici italiani tentano di apparire più moderni ed efficienti usando l'inglese, declinato peraltro nelle forme improprie dell'ultimo e incolto gergo politichese, e non azzeccano un accento o un congiuntivo della lingua italiana.
Imminente è l'arrivo di Halloween, una festa che il sistema neo-coloniale ha innalzato, anche da noi, a nuovo ridicolo rito di massa...
Riproduco qui sotto la testimonianza di Andrea Camilleri su una delle nostre tradizioni smarrite:
"Fino al 1943, nella nottata che passava tra il primo e il due di novembre, ogni casa siciliana dove c’era un picciliddro si popolava di morti a lui familiari. Non fantasmi col linzòlo bianco e con lo scrùscio di catene, si badi bene, non quelli che fanno spavento, ma tali e quali si vedevano nelle fotografie esposte in salotto, consunti, il mezzo sorriso d’occasione stampato sulla faccia, il vestito buono stirato a regola d’arte, non facevano nessuna differenza coi vivi. Noi nicareddri, prima di andarci a coricare, mettevamo sotto il letto un cesto di vimini (la grandezza variava a seconda dei soldi che c’erano in famiglia) che nottetempo i cari morti avrebbero riempito di dolci e di regali che avremmo trovato il 2 mattina, al risveglio.
Eccitati, sudatizzi, faticavamo a pigliare sonno: volevamo vederli, i nostri morti, mentre con passo leggero venivano al letto, ci facevano una carezza, si calavano a pigliare il cesto. Dopo un sonno agitato ci svegliavamo all’alba per andare alla cerca. Perché i morti avevano voglia di giocare con noi, di darci spasso, e perciò il cesto non lo rimettevano dove l’avevano trovato, ma andavano a nasconderlo accuratamente, bisognava cercarlo casa casa. Mai più riproverò il batticuore della trovatura quando sopra un armadio o darrè una porta scoprivo il cesto stracolmo. I giocattoli erano trenini di latta, automobiline di legno, bambole di pezza, cubi di legno che formavano paesaggi. Avevo 8 anni quando nonno Giuseppe, lungamente supplicato nelle mie preghiere, mi portò dall’aldilà il mitico Meccano e per la felicità mi scoppiò qualche linea di febbre.
I dolci erano quelli rituali, detti “dei morti”: marzapane modellato e dipinto da sembrare frutta, “rami di meli” fatti di farina e miele, “mustazzola” di vino cotto e altre delizie come viscotti regina, tetù, carcagnette. Non mancava mai il “pupo di zucchero” che in genere raffigurava un bersagliere e con la tromba in bocca o una coloratissima ballerina in un passo di danza. A un certo momento della matinata, pettinati e col vestito in ordine, andavamo con la famiglia al camposanto a salutare e a ringraziare i morti. Per noi picciliddri era una festa, sciamavamo lungo i viottoli per incontrarci con gli amici, i compagni di scuola: «Che ti portarono quest’anno i morti?». Domanda che non facemmo a Tatuzzo Prestìa, che aveva la nostra età precisa, quel 2 novembre quando lo vedemmo ritto e composto davanti alla tomba di suo padre, scomparso l’anno prima, mentre reggeva il manubrio di uno sparluccicante triciclo.
Insomma il 2 di novembre ricambiavamo la visita che i morti ci avevano fatto il giorno avanti: non era un rito, ma un’affettuosa consuetudine. Poi, nel 1943, con i soldati americani arrivò macari l’albero di Natale e lentamente, anno appresso anno, i morti persero la strada che li portava nelle case dove li aspettavano, felici e svegli fino allo spàsimo, i figli o i figli dei figli. Peccato. Avevamo perduto la possibilità di toccare con mano, materialmente, quel filo che lega la nostra storia personale a quella di chi ci aveva preceduto e “stampato”, come in questi ultimi anni ci hanno spiegato gli scienziati. Mentre oggi quel filo lo si può indovinare solo attraverso un microscopio fantascientifico. E così diventiamo più poveri: Montaigne ha scritto che la meditazione sulla morte è meditazione sulla libertà, perché chi ha appreso a morire ha disimparato a servire"
Andrea Camilleri

24 ottobre 2017

Io sono Anna Frank



La memoria della piccola Anna Frank insultata da razzisti 




Io sono Anna Frank.
Io sono ebreo.
Io sono musulmano in terra cristiana.
Io sono cristiano in terra islamica.
Io sono nero. 
Io sono straniero.
Io sono emigrato.
Io sono povero.
Io sono "vu cumprà".
Io sono gay.
Io sono ateo.
Io sono diverso.
Io sono una minoranza.
Io sono umano.

19 ottobre 2017

Ha capito tutto lui...


C'è chi attacca il governatore della Banca d'Italia dopo esserci andato d'amore e d'accordo, per tre anni, quando era al governo.
Perchè ci andava d'accordo prima e ora no?
Un giorno contro il populismo, un giorno no?

E' lo stesso ex-premier, duole dirlo, che ha eliminato i leader più colti e preparati, giovani o vecchi che fossero, del suo stesso partito ridotto oggi a una sezione di volenterosi che si arrampicano sugli specchi o costretti a essere sempre più yes-man impossibilitati a esercitare il benchè minimo diritto di critica al segretario.
Solo Berlusconi è felice del suo operato (e pronto a un nuovo grottesco patto del Nazareno)...
Ora si sta preparando con il suo neo-partito di centro-nulla, abolita come lui voleva la Sinistra e cancellata l'intera cultura del movimento operaio, a consegnare l'Italia alle destre.

Non avrei mai pensato di dover difendere da un partito che dovrebbe essere punto di riferimento democratico improntato a una cultura liberale e aperta, il mandato costituzionale che i nostri genitori, combattenti per la libertà d'Italia dalla dittatura fascista e dall'occupazione tedesca, ci affidarono 70 anni fa.

I continui attacchi al Movimento 5 Stelle, un partito che non si è mai macchiato di violenze, e la crisi molto probabile che il movimento di Grillo potrebbe subire in seguito agli attacchi concentrici di tutti i media, condurranno ad un incremento dei movimenti di estrema destra come Casa Pound e Forza Nuova già pronti a intercettare il voto di protesta di molti italiani.
Chi oggi lavora, facendo come sempre finta di niente, a questo disegno infame, si dovrà assumere la responsabilità di aver favorito l'ingresso di forze neofasciste nel futuro parlamento.

L'ex-premier è soddisfatto della distruzione di tutti i suoi "rivali" di partito. 
L'ultimo ad aver subito le sue esternazioni è proprio Gentiloni che avrebbe preferito un diverso epilogo del suo fine-mandato.
Si sta mandando in macerie l'intero impianto democratico del Paese e la credibilità delle istituzioni.

Una società democratica ha bisogno di tutti noi e della nostra partecipazione, non di un ex-premier che ama il gioco d'azzardo...

16 ottobre 2017

Gentiloni di ieri e di oggi...


Gentiloni di ieri e di oggi...
1913. Il cosiddetto "patto Gentiloni" fu un accordo tra i liberali di Giovanni Giolitti e l'Unione Elettorale Cattolica Italiana (UECI), presieduta dal conte Vincenzo Ottorino Gentiloni, in vista delle elezioni politiche italiane del 1913.
Con l'allargamento del diritto di voto e la legge elettorale basata sull'uninominale si voleva evitare che vincessero i socialisti.
Il Patto svendeva la cultura liberale e laica al fine di avere il voto dei cattolici, in funzione antisocialista, in ogni seggio.
I sette punti d'impegno, detti anche «Eptalogo», che ogni candidato doveva sottoscrivere, furono:
Difesa delle istituzioni statutarie e delle garanzie date dagli ordinamenti costituzionali alle libertà di coscienza e di associazione, e quindi opposizione anche ad ogni proposta di legge in odio alle congregazioni religiose e che comunque tenda a turbare la pace religiosa della Nazione;
Svolgimento della legislazione scolastica secondo il criterio che, col maggiore incremento alla scuola pubblica, non siano fatte condizioni che intralcino o screditino l'opera dell'insegnamento privato, fattore importante di diffusione e di elevazione della cultura nazionale;
Sottrarre ad ogni incertezza ed arbitrio e munire di forme giuridiche sincere e di garanzie pratiche, efficaci, il diritto dei padri di famiglia di avere pei propri figli una seria istruzione religiosa nelle scuole comunali;
Resistere ad ogni tentativo di indebolire l'unità della famiglia e quindi assoluta opposizione al divorzio;
Riconoscere gli effetti della rappresentanza nei Consigli dello Stato, diritto di parità alle organizzazioni economiche o sociali indipendentemente dai principii sociali o religiosi ai quali esse si ispirino;
Riforma graduale e continua degli ordinamenti tributari e degli istituti giuridici di giustizia nei rapporti sociali;
Appoggiare una politica che tenda a conservare e rinvigorire le forze economiche e morali del paese, volgendole a un progressivo incremento dell'influenza italiana nello sviluppo della civiltà internazionale.
Al di là di questi punti, peraltro segreti e mai resi alla stampa, il tacito accordo tra Giolitti e Gentiloni era finalizzato a impedire la vittoria dei socialisti.
Vi ricorda qualcosa?


Vincenzo Ottorino Gentiloni