19 gennaio 2011

Ancora una volta l’Italia e gli Italiani vanno sulle prime pagine dei giornali di tutto il mondo. Non per i successi conseguiti dal nostro Paese, ma per aspetti di cui vergognarsi. C’è un premier di una nazione che è la settima potenza industriale del mondo che se ne infischia degli scandali che produce col suo comportamento e si disinteressa dell’opinione pubblica mondiale. E’ accusato di fatti gravissimi, indegni del premier di una nazione che è nota al mondo intero per il suo altissimo contributo di civiltà. Se è innocente, come sperano tutti coloro che hanno a cuore l’immagine del nostro Paese, può dimostrarlo in tribunale; se è colpevole lo devono dimostrare i magistrati. Quello che non dovrebbe fare il premier è evitare il giudizio con l’escamotage di far spostare il processo a Monza: così, grazie al vizio di forma, non sarà giudicato come è già successo in decine di altri processi che lo riguardano per evasione fiscale, falso in bilancio, corruzione, truffa. Speriamo che il premier sia così virilmente saggio da risparmiare al popolo italiano e al mondo intero l’ennesima soluzione “all’italiana”, da “furbetto al governo”. Niente fughe in stile 8 settembre, per favore!

“Il popolo mi ha eletto!”

Il nostro premier ricorda continuamente che lo hanno votato gli italiani.

Anche Hitler fu eletto dai tedeschi. Il 5 marzo 1933 in Germania c’era la Repubblica democratica: il Partito Nazista vinse le elezioni con 17.277.180 voti, il 43,9%. La SPD, i socialdemocratici, ebbero il 18,3%. I comunisti il 12,3. Il Partito di Centro, un raggruppamento tipo l’UDC di Casini, l’11,2. Poi c’erano molti altri partiti, come il Partito del Popolo o i Bavaresi che presero dal 2 all’8% e molti altri. Tanti gruppi divisi e dall’altra parte un partito che seppe sfruttare l’insoddisfazione popolare causata dalla crisi economica con molti argomenti come “lo straniero, cioè l’ebreo, ci ruba il lavoro”.

Alcuni diranno: vuoi paragonare l’Italia di oggi alla Germania del 1933? C’è un dato inequivocabile in comune: l’opposizione frammentata e divisa.

Bisogna dire che nel 1933 le violenze criminali da parte dei nazisti furono relativamente esigue, il voto fu in effetti il prodotto degli umori popolari abilmente sfruttati da Hitler. Il vero terrore nazista venne dopo la conquista del potere. Certo, anche nel 1933 la propaganda e l’attivismo di piazza dei nazisti aveva il suo effetto, ma la radio era agli albori, c’erano pochissimi apparecchi e l’uso massiccio che il regime voleva farne era ancora da venire. Anche il sonoro nel cinema era agli inizi e le sale per la proiezione non erano numerose.

Pensate invece al mondo di oggi e alla potenza mediatica, finanziaria e di impresa del nostro premier: è una delle persone più ricche del mondo, è proprietario di decine di televisioni nazionali e regionali che ogni giorno entrano nelle case degli italiani, possiede le più grandi case editrici, numerose testate giornalistiche, banche, assicurazioni, supermercati e aziende di ogni tipo. Inoltre come premier può mettere i suoi uomini alla direzione dei tg nazionali, influenzare o promuovere le carriere di giornalisti e operatori del mondo culturale e dell’informazione. Nonostante questo, o forse grazie anche a questo, è amato da molti italiani che nei suoi difetti vedono specchiati i propri e nella sua capacità di restare sempre a galla vedono specchiata una tipica virtù nazionale.

Aveva illuso molti concittadini con il “Contratto con gli italiani” firmato nel 1994 nel corso della trasmissione “Porta a Porta”, presente il suo biografo personale Bruno Vespa: aveva promesso di “creare” un Paese veramente liberale e prospero, senza burocrazia, con meno tasse, con un milione di posti di lavoro in più da subito. A quell’epoca gli affari andavano bene e non c’era crisi economica. E’ stato al governo 15 anni e l’Italia è più povera di prima, senza un piano industriale, con più burocrazia e con più tasse di prima, con l’IRPEF che nel nostro Paese al 90% è pagata dai soli lavoratori dipendenti e dai pensionati, con disuguaglianze sociali assai più gravi di prima. Perfino un suo fedele alleato per 14 anni, Gianfranco Fini, si è accorto che il suo premierato fa male alla democrazia italiana.

La Chiesa invece non si è accorta di nulla. Il Santo Padre, così attento e sensibile ad ogni fenomeno sociale e culturale, ogni settimana ci parla di matrimonio e di famiglia e si dichiara contrario all’educazione sessuale nelle scuole. Il premier ha avuto già due matrimoni, entrambi falliti, il secondo dopo che s’era interessato a Naomi Letizia fino a far adirare la seconda moglie Veronica Lario. Molti hanno visto e sentito l’orribile barzelletta con spaventosa bestemmia finale da lui pronunciata:

http://www.youtube.com/watch?v=654gzZuw-zc

Ha detto alla Questura di Milano che Ruby è la nipote del Presidente egiziano Mubarak (chissà che ne pensa il leader egiziano) e oggi è accusato di aver avuto rapporti con lei minorenne ed altre giovani prostitute. Con le stesse accuse, vere o non vere, e con le medesime arie di scandalo su tutti i giornali del mondo un premier di livello europeo avrebbe immediatamente rassegnato le dimissioni per salvaguardare sé stesso e soprattutto l’immagine di un’Italia infangata. Le televisioni di sua proprietà sono un modello di spettacolo diseducativo e anticristiano, non so se avete mai visto i programmi della De Filippi, per esempio, o i varietà del sabato sera. Il premier ha detto più volte “non cambio il mio stile di vita” facendo intendere che una seratina allegra con delle “brave ragazze” ogni tanto ci vuole. Il premier è celebre come colui che alla giovane precaria che chiedeva consigli per i suoi studi futuri rispose “si sposi uno ricco, uno dei miei figli”. Di tutto questo la Chiesa non parla mai, le autorità vaticane appaiono soddisfatte dei finanziamenti tolti alle scuole pubbliche e dati alle scuole private cattoliche.

Cercasi leader e programma per nazione europeo-mediterranea, settima economia del mondo, ottima posizione sul mare, cibo eccellente, vini pregiati, auto sportive.

L’opposizione in Italia è divisa in 12 partitini, ognuno con un leader felice di coltivare il suo orticello. Di recente a rendere la cosa più drammatica si è messo di mezzo pure un comico: Beppe Grillo. Forse tutti, non solo il premier, dovrebbero riflettere sui risultati delle elezioni del 1933 in Germania.

La Sinistra italiana dovrebbe affermare una volta per tutte la sua identità socialdemocratica e chiudere i ponti con i nostalgici dell'ideologia marxista. Qualcuno ci ha provato nel corso degli anni, ma con incerte azioni politiche di scarso spessore. Mai una seria analisi storica o una ridefinizione globale dell’identità. La Sinistra ha bisogno di un programma chiaro, di un leader credibile e di molta unità.

Anche la Destra però dovrebbe chiarire che il fascismo fu un “esperimento” catastrofico e l'unica Italia che si vuole è un’Italia liberale e democratica.

Fini, pur con la macchia dell'alleanza quindicennale col premier più illiberale e monopolista del dopoguerra, l'ha capito, anche se in ritardo; molti altri non lo hanno ancora capito.

C'è un terzo tipo di italiani che in ogni guerra se l'è svignata: l'8 settembre del ‘43 come oggi. Sono quelli che hanno appoggiato la DC per 50 anni solo perchè ci facevano affari, avrebbero appoggiato i comunisti se avessero fatto in tempo a farci affari, appoggiano l'attuale premier per la medesima ragione. Costoro sono la vera zavorra del Paese. Appartengono a tutti i possibili partiti, ma abbondano nell’attuale maggioranza.

C’è bisogno di superare i vecchi steccati ideologici. Parri, De Gasperi, Pertini e Togliatti, nel 1946, con il dialogo e l’amore per la Patria ricostruirono la Nazione ferita a morte dal fascismo. C’è bisogno della medesima ambizione e di tutto il dialogo utile per ricostruire il Paese e farlo sfuggire al declino civile e morale.

La mia sensazione è che di Destra o di Sinistra, del Nord o del Sud, ci sia un abisso tra gli italiani e la loro rappresentazione storica e politica. Davvero gli Italiani del Nord si sentono rappresentati dal Trota, pluribocciato alla maturità, 8.000 euro al mese, eletto assessore a lista bloccata solo perché figlio di Bossi?

Poichè non credo sia compito del Signore aiutare l'Italia, e non mi sembra che in questo specifico campo la Chiesa sia molto illuminata dallo Spirito Santo, dovremo pensarci noi Italiani come è già successo altre volte.

Riscrivere la Storia e superare il clima di guerra civile che ha diviso la Nazione per 65 anni è un compito fondamentale, ma i nostri intellettuali pensano a pubblicare ameni capolavori letterari (Eco), stanno chiusi in casa invece di produrre cinema (Moretti), fanno politica spicciola per i propri interessi di parte (tanti, troppi), sanno parlare esclusivamente agli addetti ai lavori o piangersi addosso sul “qualunquismo imperante” (Galli della Loggia).

Tutti stanno ad aspettare che succeda qualcosa.

Il nostro primo compito, mentre molti politici e maestri del pensiero stanno a guardare, sarà ricostruire la memoria storica e ricomporre l'orgoglio di una Nazione a lungo ferita dalle sue guerre civili.
So che c’è una maggioranza di Italiani di Destra e di Sinistra, del Sud e del Nord che è stufa del premier e della politica così com’è.
Questa gente comune e semplice ha già fatto l’Italia e l’ha resa grande: oggi deve essere pronta a riprendersela da chi continua a infangarla.
Paolo Giunta La Spada