30 dicembre 2014

L'Italia, il parcheggio della scuola, la teoria delle finestre rotte...


Nel 1969, il prof. Philip Zimbardo dell'Università di Stanford, California, programma un esperimento di psicologia sociale. Parcheggia due auto e le abbandona.  
Le due auto sono identiche, stessa marca, stesso modello, stesso colore. Una la lascia nel South Bronx, quartiere povero ad alta densità criminale di New York. L'altra la abbandona a Palo Alto, San Francisco Bay Area, Silicon Valley, in una zona ricca e tranquilla della California, non lontana dall'Università di Stanford. 
L'auto nel South Bronx "perde" le ruote dopo due ore, poi gli specchietti, poi la radio, durante la prima notte le viene sottratto il motore. Tutto quello che resta dell'auto, ma che non può essere rubato, viene danneggiato e poi distrutto. 
L'auto abbandonata a Palo Alto, invece, rimane perfettamente intatta per 7 giorni. 
Dopo 7 giorni il prof. Zimbardo decide di rompere un vetro dell'auto fino a quel momento intoccata. Poche ore dopo iniziano i furti, le violenze e gli atti vandalici che riducono l'auto nelle stesse condizioni di quella abbandonata nel Bronx.
La verità è che un vetro rotto in un'auto abbandonata trasmette un senso di deterioramento, di disinteresse, di sciatteria, comunica la rottura dei codici di convivenza, l'assenza di norme, di regole.
E' come dire al passante: qui la legge non esiste, è tutto inutile. 
Ogni nuovo attacco subito dall'auto ribadisce e moltiplica  tale idea, fino all'escalation di atti, sempre peggiori, incontrollabili, col risultato finale di un "tanto peggio, tanto meglio", di una violenza irrazionale che cresce.
In esperimenti successivi James Q. Wilson e George L. Kelling sviluppano la teoria delle finestre rotte con la conclusione che la criminalità è più alta nelle aree dove l'incuria, la sporcizia, il disordine e l'abuso sono più alti.
Se si rompe un vetro in una finestra di un edificio e non viene riparato, saranno presto rotti tutti gli altri. Se una comunità presenta segni di deterioramento e questo è qualcosa che sembra non interessare  a nessuno, allora lì si genera la criminalità. Se sono tollerati piccoli reati come parcheggio in luogo vietato, superamento del limite di velocità o passare col semaforo rosso, se questi piccoli “difetti” o errori non sono puniti, si svilupperanno “difetti maggiori” e poi i crimini più gravi. Se un governo, invece di costruire carceri e assicurare i ladri alla giustizia, emette decreti "svuota-carceri", si insinua il sospetto che non c'è giustizia, che tutto sia inutile, che per un cittadino non sia possibile vivere in una comunità civile, ordinata, senza spazio per corruzione, estorsioni e crimini.
Considerate le aree periferiche delle grandi città italiane, i grandi caseggiati senza servizi, le strade trasformate in discariche, i campi rom senza leggi o regole; le "terre di nessuno" sempre più frequenti non solo nelle più remote aree del pianeta, ma anche nei nostri centri abitati, nelle nostre regioni.
Se parchi e spazi pubblici sono gradualmente danneggiati e nessuno interviene, questi luoghi saranno gradualmente abbandonati, lasciati all'incuria e infine conquistati da teppisti e criminali. 
Se a casa un genitore accetta che i figli usino espressioni volgari, il clima morale e culturale della famiglia peggiorerà, e cadrà anche la qualità dei rapporti interpersonali tra i membri della famiglia. 
La teoria delle finestre rotte ci fornisce un'ipotesi valida a comprendere il degrado della nostra società e la mancanza di valori universali, l'assenza di rispetto per l'altro, il mancato rispetto delle leggi, la degenerazione della società, la corruzione  a tutti i livelli. Se si crea la convinzione che il Paese è in stato d'abbandono nessuno crede più nella sua riscossa morale e civile. 
Inoltre, una scuola sempre più colpita dai tagli finanziari, svuotata di spessore e prestigio, fa fatica a istruire e, ancor di più, a fornire educazione civica. Una scuola debole genera "un paese con finestre rotte", con tante finestre rotte che nessuno sembra più disposto a riparare.
Se un allievo dice una brutta parola e nessun docente interviene, anche gli altri studenti si sentono in diritto di usare la stessa espressione con la medesima sciatteria. Ho spiegato che non c'è luogo più nobile e straordinario della scuola, un luogo sacro per l'importanza del lavoro che vi si conduce ogni giorno, e pretendo che nessuno, per nessuna ragione, venga meno al rispetto del luogo e al decoro necessario per starci, e starci bene.
Il degrado infetta; il decoro cura.
E' come un parcheggio. Finchè è pulito nessuno butta cartacce. 
Se qualche maleducato inizia a gettare buste vuote di patatine e bottiglie di vetro che nessuno raccoglie, dopo un po' il parcheggio si riempie di immondizia.
E' successa la stessa cosa a novembre scorso nel parcheggio della mia scuola e così, dopo aver parlato della teoria delle finestre rotte con la classe, d'accordo con tutti i miei studenti, ho chiesto alla collaboratrice scolastica qualche guanto di gomma e qualche sacco di plastica: così io e la mia classe terza, istituto tecnico agrario, abbiamo ripulito interamente il parcheggio. 
Alla fine, parcheggio pulitissimo e ragazzi orgogliosi e contenti. 
La teoria delle finestre rotte ha funzionato: quelli che buttavano i sacchetti di patatine, vedendo il parcheggio pulito, non l'hanno più sporcato.
E poi s'è sparsa la voce: non si sporca più.
Il degrado produce degrado. Il decoro produce decoro.
Ho ripetuto l'operazione con i miei studenti lo scorso 23 dicembre, dopo l'assemblea scolastica, parcheggio della palestra, presso la scuola centrale. Parcheggio pulito, sono sicuro che ora non butteranno più cartacce. Una collega mi ha rimproverato a voce alta: "fallo fare a loro", intendendo, per "loro", gli studenti.
Io invece penso che gli studenti capiscano quello che facciamo, non quello che diciamo di fare.
E, in fondo, l'Italia di oggi è come il parcheggio della scuola. 
Piena di gente, troppa, che guarda il degrado e non fa niente...
ITALY & WORLD

AUGURI ai lettori: buon 2015!

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PAOLO GIUNTA LA SPADA 

4 dicembre 2014

Assassini in giro per l'Italia.

Roma, 20 marzo 1979. 
Mino Pecorelli è appena uscito dalla redazione del periodico da lui diretto. Quattro colpi di pistola calibro 7.65, tre nella schiena, chiudono la sua vita.

Gli imputati, accusati di essere mandanti dell'omicidio, sono Giulio Andreotti, Claudio Vitalone, Pippo Calò e Gaetano Badalamenti. 


Michelangelo La Barbera e Massimo Carminati sono imputati come esecutori materiali dell'omicidio.


Nessuno, tra appelli, prescrizioni e rinvii, sarà condannato.

In Italia succede spesso.

A uccidere Mino Pecorelli furono proiettili molto rari, i Gevelot. 
Gli stessi proiettili furono trovati nell'arsenale della banda della Magliana, scoperto dalla Polizia nel 1981. 
L'arsenale era in uno scantinato di Via Listz, 34, all'EUR, all'interno del Ministero della Sanità...

Antonio Mancini, ex-killer della banda della Magliana, ha raccontato, nel 2007, che l'assassino di Mino Pecorelli era Carminati. 

Carminati era autore di molti altri delitti.

Questo è il nostro Paese.

Un luogo dove gli assassini, i ladri e gli infami, 30 anni fa come oggi, girano tranquilli e in libertà, uccidono e rubano d'accordo con i politici loro complici.

Tra i politici di tutti i partiti, compresi quelli del PD (tra i quali emerge Luca Odevaine, ex braccio destro di Veltroni), spiccano i politici della Destra: Alemanno in testa, il "difensore dei valori della famiglia e della Patria".


Come il marito della Mussolini, trovato a letto con delle minorenni ai Parioli, anche lui, come la moglie, dichiaratamente, "chiesa, Patria e valori della famiglia" (a chiacchiere)...


Questa è un'Italia che affonda nel crimine e puzza di falsi, ipocriti e ruffiani...


Vi piace questa gente, siete come loro? 

O vogliamo riprenderci l'Italia, l'Italia che è nostra?











Italy & World Blog

  

3 dicembre 2014

E' secondario?


A scandalo si aggiunge scandalo. 

Il Presidente del Consiglio dice che è "secondario" che la gente non vada a votare. 

Ma sì, l'importante è che vada avanti questo "comitato d'affari" che si chiama "politica"...

Tale "politica" sta rottamando lo Stato e la democrazia italiana, favorisce i "soliti noti", danneggia la democrazia, danneggia gli italiani che lavorano.

Roma, l'Italia, anche il piccolo Comune delle Marche dove risiedo, rischiano il commissariamento.

La colpa è anche degli italiani tutti: quanti criticano i politici e poi vanno a "parlare" con il Sindaco quando devono fare qualcosa di abusivo o illegale? 
Quanti scavalcano la coda in ospedale perchè conoscono il primario, hanno l'amico, il cugino e il parente? 
Quanti, quando si tratta dei figli, sfoderano il più amorale "familismo", descritto ormai ampiamente nella letteratura storica e sociologica, e trovano sempre le giustificazioni per comportamenti che non hanno nulla di rispettoso dello Stato e, soprattutto, del bene comune?

L'Italia sembra una fabbrica di giustificazioni.

Si giustifica il falso in bilancio, non si fa nulla contro la prescrizione, o contro il riciclaggio finanziario. 
In più si svuotano le carceri lasciando migliaia di delinquenti liberi fare danni.

Pessimista?
Mai stato, nè lo sarò oggi.

Ho girato il mondo per 30 anni e ovunque ho trovato italiani con una marcia in più, carichi di intelligenza, creatività, dotati di senso del dovere e spirito di sacrificio.

Geografia e storia hanno dato a noi italiani la capacità unica di elaborare sintesi. 

Ma per fare sintesi si deve mettere ordine. 
La politica, questa politica, tutta questa politica, va rottamata.

L'Italia che amiamo e di cui vogliamo essere orgogliosi deve azzerare la modalità politica che negli ultimi 20 anni ha fatto solo i suoi interessi e gli interessi dei monopoli che rappresentava e rappresenta.

Rafforzare lo stato liberale e democratico e rottamare la politica che è causa di corruzione.

Una grande riforma. Fissare gli stipendi di politici di qualsiasi mansione a un tetto massimo di 5.000 Euro nette al mese. Abolire tutti i privilegi, gli uffici gratis, le segreterie al seguito, le utenze gratuite, i viaggi gratis, le auto con autista, l'assistenza sanitaria e le cure dentistiche (!) per la famiglia. Troppo poco 5.000 Euro? No. La politica deve essere servizio e 5.000 Euro bastano e avanzano. Questa è la madre di tutte le riforme perchè libererebbe l'Italia di tutti coloro che intraprendono la carriera politica per i soldi e i privilegi che offre. D'altro canto 5.000 Euro sono più del triplo di uno stipendio di un insegnante di scuola superiore!
Parlamentari, Presidenti di Regione e Provincia, Sindaci e Assessori possono guadagnare il triplo di quello che guadagna un docente.  
Poi si devono ridurre le pensioni dei politici in proporzione a tale riforma. 

Abolire le partecipazioni dello stato nelle cosiddette aziende partecipate. Sono poltrone di nomina politica che hanno stipendi politici astronomici. Sono almeno 11.000.

Abolire il Senato. Senza fare finta di abolirlo

Camera dei Deputati con 420 deputati in linea i numeri delle grandi democrazie del mondo.

Comune, Provincia, Regione, Prefettura: due di queste 4 istituzioni, forse, sono di troppo. Si può discutere di che cosa serve al territorio: è un tema complesso, e va affrontato con grande rigore. Ma mantenere un poltronificio moltiplicato per 4 serve a sperperare denaro e blocca risorse per settori vitali.

L'Italia che amiamo e di cui vogliamo essere orgogliosi deve azzerare la modalità politica che negli ultimi 20 anni ha costruito una costante azione eversiva a danno dello Stato liberale e democratico.

4 anni fa scrivevo su questo blog:

http://paologls.blogspot.it/2010/02/in-italia-la-colpa-e-del-dottore.html

"In Italia succede spesso che ci siano degli scandali. 
Hanno rubato miliardi ai tempi di Tangentopoli, prima di Tangentopoli e dopo Tangentopoli. La società italiana sembra malata di questo cancro di disonestà e corruzione che non si riesce a curare.

Se un dottore dicesse che hai il cancro e che ti devi fare la chemioterapia, facendo le corna da bravo italiano, sarebbe difficile prendersela con il dottore. Il cancro è cancro e va curato seriamente. Va tolto, eliminato, disintegrato, per guarire. Io, dall’Italia, vorrei eliminarlo. Mi secca molto quando parlando con gli stranieri mi dicono “Italiani: mafia”.

Ma in Italia non la pensano così: se l’Italia ha il cancro la colpa è del “dottore”, cioè dei magistrati che scoprono il ladro dei soldi che appartengono allo Stato, il ladro di quell’Italia che tutti dicono di amare, ma che pochi amano veramente e tanti sfruttano e infangano. In Italia la colpa è del dottore che scopre il cancro. Quanto alla cura nessuno ne vuole sapere. Teniamoci il cancro, sembrano dire molti italiani che col cancro convivono benissimo. Del resto si sa, in Italia si mangia bene, il clima è buono, (...)  gli italiani sanno come arrangiarsi e tutti “tengono famiglia”.
(...)
E così (...) stanno distruggendo l’Italia di Garibaldi e Mazzini, di Verdi e Marconi, di Rosselli e Pertini, di Mattei e Falcone. 

Stanno distruggendo l’Italia nostra, questo Paese che amiamo e veneriamo con passione da quando ci siamo nati, cresciuti, vissuti, da quando abbiamo respirato i suoi mali, ma anche tutte le sue bellezze e la sua forza, le sue tradizioni e la sua unicità, l’italianità di cui siamo orgogliosi protagonisti e testimoni e senza la quale la storia del mondo non sarebbe la stessa.
http://paologls.blogspot.it/2010/02/in-italia-la-colpa-e-del-dottore.html

© RIPRODUZIONE RISERVATA PAOLO GIUNTA LA SPADA