28 ottobre 2011

Friday 28th October at 6 pm

Conference "L'italianità nella storia e nel cinema" by Prof. Paolo Giunta La Spada – Entrance free.

At the Istituto Italiano di Cultura
Michelangelo Hall

Nairobi

10 ottobre 2011

Pirati somali

Un mese fa mi hanno proposto di andare in vacanza a Nord di Lamu in un resort "esclusivo" con un mare immacolato. Quando ho guardato la carta geografica ho risposto di no: troppo vicino al confine somalo, non mi convinceva. Mia moglie mi ha guardato delusa, il posto le era stato consigliato da una collega che ci va spesso e ne decanta la bellezza. Una settimana dopo sono stato informato che in quel resort aveva fatto irruzione una banda di armati molto probabilmente provenienti dalla Somalia, avevano ucciso un turista ospite, un inglese di mezza età, e avevano sequestrato sua moglie. La signora, inglese anche lei, non è mai stata ritrovata. Una settimana fa a Lamu, 25 km più a sud, è stata sequestrata una signora francese sposata con un keniano di etnia Masai e proprietaria di una villa nell'isola di Manda. Un "avvertimento" contro i matrimoni misti? Un sequestro a scopo di estorsione? Un modo per contrastare i progetti internazionali di costruzione del nuovo porto?

http://paologls.blogspot.com/2010/10/la-guerra-di-gennaio-2011-isola-di-lamu.html

A Lamu non va più alcun turista, gli hotel della località patrimonio UNESCO dell'umanità
(http://paologls.blogspot.com/2010/10/isola-di-lamu-kenya.html)
sono deserti.

Oggi, 10 ottobre 2011, arriva la notizia del sequestro della nave italiana a largo delle coste somale. Si stima che i pirati somali siano circa mille, in larga parte provenienti dal Puntland o da altre regioni della Somalia. Sono divisi in gruppi distinti che operano in zone di mare diverse e con differenti modalità d'azione. Tra loro pescatori che conoscono bene il mare e le correnti, ex-seguaci di Siad Barre, mercenari esperti di elettronica, armi e navigazione, miliziani della guerra civile somala, fuoriusciti delle bande islamiche. I gruppi più piccoli operano intorno a Marka, o davanti al porto di Kisimaio. I "Somali Marines" sono invece pirati con una struttura organizzativa in grado di attaccare grandi navi al largo dell'Oceano Indiano. Hanno sequestrato 300 persone che il mondo ha dimenticato, detengono dodici navi nella loro base, detengono capitali nelle banche di tutto il mondo, commerciano in droga e armi, riciclano i soldi “sporchi” con investimenti legali in tutto il mondo: dal Kenya alla Gran Bretagna, dagli USA alla Svizzera. Hanno operato 68 dirottamenti solo nel 2009 e 72 dirottamenti nel 2010 e lanciano i loro attacchi dal Golfo di Aden alle Isole Seychelles. L'ONU ha favorito la lotta alla pirateria e sono state create "task force" per contrastarla, ma senza risultati apprezzabili. Nessuno interviene in Somalia per far cessare le loro attività criminali e nessuna grande potenza si è mai sognata di dare un’occhiata al porto di Eyl che è la loro base operativa. Nessun aereo ha mai bombardato le loro basi militari e logistiche.

© RIPRODUZIONE RISERVATA Paolo Giunta La Spada