28 aprile 2013

LA FINE. I capponi di Renzo. Terza parte.


Questo governo nasce da un tradimento e da un'occasione persa.

1) Il tradimento è quello che 101 rappresentanti del PD hanno perpetrato nei confronti di una linea politica molto chiara di non alleanza col PDL di Silvio Berlusconi.
La linea di demarcazione tra le due Italie passava, e passa, attraverso il PD, dentro il suo stesso corpo.
La linea di Bersani è stata sconfitta dai Renzi e dai D'Alema e il PD, prima o poi, si spaccherà.
La condizione per tenere unito il PD è che Bersani faccia finta di niente.

La linea vincente è stata quella di chi ha voluto il governo di "larghe intese" con il PDL di Silvio Berlusconi.
Chi meglio di Enrico Letta poteva rappresentare la nuova aspirazione a formare un governo?
Formatosi nella scuola democristiana, Enrico Letta è passato alla Margherita per poi approdare al "partito liquido" voluto da Veltroni: così "liquido" che non se ne sono mai riconosciuti i contorni e le linee guida, l'ideologia, la cultura.

Enrico Letta è stato, in passato, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, lo stesso posto di lavoro occupato per molti anni dallo zio Gianni, alter ego di Berlusconi, grande mediatore e "tessitore" di accordi politici,  personalità di rilievo decisamente più elevato dei vari ruffiani alla corte di Berlusconi. 
Difficile pensare che, pur nella diversità delle posizioni politiche, non siano mancati consigli, informazioni, delucidazioni e suggerimenti, nonchè una vera e propria mano a costruire la rete comunicativa che ha permesso la formazione del nuovo governo. 

Letta si è sforzato di dare al nuovo esecutivo una patina di modernità: più donne; più giovani; una dottoressa d'origine africana; un ministro degli esteri che sa parlare le lingue, arabo compreso, e che ha vissuto per molti anni, come me, al Cairo in Egitto.

Se si guarda ai ministeri chiave e non si considera il partito d'origine del presidente Letta, il governo sembra un connubio tra il PDL di Silvio Berlusconi e la Scelta Civica di Mario Monti. 
E viene da scommettere che le politiche adottate saranno quelle care a queste due forze e ai 101 del PD che hanno voluto tale soluzione:
1) continuazione delle politiche di Mario Monti in campo finanziario
2) mantenimento dello status attuale di potere e privilegio di tutti i grandi gruppi industriali e finanziari (a partire, naturalmente, dal gruppo Berlusconi)
3) nessuna liberalizzazione del mondo radiotelevisivo e industriale
4) nessuna liberalizzazione delle professioni e dei mercati
5) impoverimento ulteriore del welfare e del sistema sanitario 
6) indebolimento ulteriore della scuola pubblica abbandonata al degrado crescente
7) tentativo di riprendere la cementificazione selvaggia del Paese
8) tagli alla politica non commisurati alle necessità e alle attese del Paese
9) finanziamenti alle lobbies dei partiti travestiti da sostegno allo sviluppo
10) appoggio totale dei media al nuovo esecutivo

I tagli continueranno a colpire i ceti poveri italiani, a indebolire la classe media e i cittadini a reddito tassato, a disintegrare i servizi sociali già carenti nel nostro Paese.
Il governo dispone della totale compiacenza dei media e questo è un dato non trascurabile.

2) L'occasione (persa) l'aveva creata Bersani con l'offerta a Grillo di formare il nuovo governo. 
Grillo non l'ha raccolta, ma l'uso del passato prossimo stona visto che ormai, a dispetto dei due mesi trascorsi, sembra parlare di un'epoca remota. 
Grillo ha gettato al vento l'occasione di cambiamento che gli italiani gli avevano commissionato.
L'ha fatto per un calcolo politico (errato).
Il velleitarismo e l'estremismo parolaio del M5S hanno fatto il gioco della reazione.
La politica è anche gestione delle differenze, ma Grillo, temo anche per incultura personale, non è capace di capirlo.
      
E così, nonostante la vittoria del PD, primo partito alle elezioni, nonostante il grande successo del M5S, e nonostante il PDL abbia perso 7 milioni di voti rispetto alle precedenti politiche, assistiamo ad una riedizione di un governo simil-Berlusconi camuffato da una patina temo inconsistente di gelatina democratica.

L'Italia è uno strano Paese nel quale un Berlusconi qualsiasi, pur perdendo le elezioni, può determinare il governo della nazione.

Il sogno di un'Italia liberale e democratica resta ancora lontano.



© RIPRODUZIONE RISERVATA Paolo Giunta La Spada


(Vedi anche post precedenti e scrivi il tuo commento)




22 aprile 2013

I capponi di Renzo. Parte seconda.


Oggi è uscita su Repubblica la risposta di Rodotà a Scalfari:
http://www.repubblica.it/politica/2013/04/22/news/lettera_rodot-57201730/

Secondo me Bersani ha avuto ragione fino a quando ha escluso qualsiasi accordo con il PDL, visto come il responsabile della politica incompetente di tutto un quindicennio e impresentabile agli occhi della comunità internazionale.

Ma poi, con i giorni che passavano e Grillo che insultava, sono usciti fuori i Renzi e i D'Alema...
E così Bersani ha visto la sua linea sgretolarsi e ha perso il controllo del partito in occasione del voto a Prodi.

Più che a Bersani si dovrebbe guardare ai 101 che hanno votato contro Prodi e capire che il PD si è spaccato sul tema dell'eventuale accordo con il PDL.

I leader che in questo senso avevano già contestato Bersani sono Renzi e D'Alema.
I 101 fanno riferimento a loro.
A loro va imputata la colpa (o il merito se si vede la situazione da destra) della successiva elezione di Napolitano in vista della piena (e del tutto gratuita da un punto di vista politico) riapertura a Berlusconi.

Un bel contributo alla crisi politica di Bersani l'ha data anche Grillo con il suo rifiuto e i suoi pesanti insulti.
Grillo ha dato una grossa mano a Berlusconi e ai suoi "appoggini" Renzi e D'Alema.

E un altro contributo l'ha dato lo stesso segretario del PD: spesso incerto, poco chiaro, troppo metaforico, incapace di parlare alla gente ed esercitare una chiara leadership sul partito (impresa quest'ultima in cui però sono già falliti in tanti.)

Così l'Italia, invece di cambiare, va verso il passato; ma un'analisi critica, invece di trovare fin troppo facili capri espiatori, dovremmo farla tutti.

PGLS

(continua)

(leggi anche I capponi di Renzo e post precedenti)

21 aprile 2013

I capponi di Renzo.


Nel web, tra i tanti commenti che girano oggi, ho trovato questo:
"quando berlusconi morirà, il parlamento si sarà mangiato la mia giovinezza, fatta di solitudine, di dipendenza totale dai miei genitori, perchè da sola, posso anche ammazzarmi di lavoro ma con 1000 euro di stipendio per soli 5 mesi l’anno, non ce la faccio a vivere per conto mio, partendo da 600 euro di affitto, (perchè la casa, non me la potrò mai permettere, nemmeno con l’avvallo di mio padre). non avrò mai un compagno, perchè non ci si può permettere di vivere in coppia quando non hai lavoro, non avrò mai figli, perchè non potrei accettare di vederlo soffrire per la mia impossibilità di garantirgli un presente e un futuro. non avrò mai niente, e tutto questo perchè? perchè ho avuto la sfortuna di nascere in italia……..che disperazione, non vedo l’ora di morire."
Non c'è bisogno di commentare. 
Girano anche, a pioggia, insulti a Bersani, derisioni, critiche al PD, alla Sinistra, all'Italia intera. 
Tanti che dicono di voler partire e non tornare più.
Ancora una volta la spinta al cambiamento è stata fermata, Berlusconi è contento, senza sforzo è riuscito a sconfiggere la Sinistra ed è ancora lì che condiziona il Paese col peso delle sue banche e televisioni, con i suoi soldi e la sua volontà di mettere il bavaglio a magistrati e liberi giornalisti.
D'altro canto anche il M5S è criticato. 
Oggi è uscita sul Sole 24 Ore un'analisi sui ricavi del blog di Grillo che spiegherebbe perchè Grillo sarebbe contrario al finanziamento pubblico ai partiti:    
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-03-08/giro-affari-blog-grillo-160323.shtml?uuid=AbCEIEcH
E, se si vuole analizzare la diatriba interna alla Sinistra, si legga Scalfari che scrive: 
"Rodotà si è pubblicamente rammaricato perché il Partito democratico e i vecchi amici non l'hanno contattato. Essendo tra questi ultimi debbo dire che neanche lui ha contattato me. Che cosa avrei potuto dirgli? Gli avrei detto che non capisco perché una persona delle sue idee e della sua formazione politica, giuridica e culturale, potesse diventare candidato grillino per la massima autorità della Repubblica. Il Movimento 5 Stelle, come è noto, vuole abbattere l'intera architettura costituzionale esistente, considera l'Europa una parola vuota e pericolosa, ritiene che i partiti e tutti quelli che vi aderiscono siano ladri da mandare in galera o a casa "a calci nel culo". Come puoi, caro Stefano, esser diventato il simbolo d'un movimento che impedisce ai suoi parlamentari di parlare con i giornalisti e rispondere alle domande? Anzi: che considera tutti i giornalisti come servi di loschi padroni? In politica, come in tutte le cose della vita, ci vuole il cuore, la fantasia, il coraggio, ma anche il cervello e la ragione." 

A me sembra che questa crisi veda vincere ancora una volta Berlusconi e le Destre del Paese. Chi ha dato una mano a Berlusconi?
Gli ha dato una mano un PD incerto, confuso, mal diretto,  divorato dalle sue correnti interne, dai personalismi di troppi protagonisti e tutto questo per me non è mai stato una novità. 
Non credo che il PD si salverà dall'autodistruzione. E' diviso e non dispone dei soldi e delle televisioni di Berlusconi.
Gli ha dato una mano anche il M5S di Grillo. Bersani ha provato in tutti i modi a convincere Grillo a fare un governo insieme rischiando perfino l'umiliazione. Difficile pensare che dopo gli insulti ricevuti Bersani potesse accogliere le richieste di Grillo, compresa quella di Rodotà presidente.
C'è anche da considerare che Prodi, candidato che non era certo nè forte, nè nuovo, era nel primo elenco dei candidati presidenti del M5S e non si capisce perchè nel mondo politico italiano si continui tutti a lamentare degli altri senza che nessuno sia capace di vedere le proprie colpe. 
Grillo un giorno ha detto una cosa e un giorno ne ha detta un'altra. Bersani è stato, ma non è una novità, incerto e incapace di essere un vero leader. Le ha azzeccate tutte fino all'elezione di Boldrini e Grasso e poi è stato risucchiato dalle sue 25 correnti interne e dai vari Renzi e D'Alema.
Ancora una volta la Destra vince non per la sua capacità, ma sull'incapacità e divisività della Sinistra.
In effetti la crisi non riguarda un solo partito, ma l'intero apparato dello stato politico, l'architettura costituzionale, il tessuto morale e civile del nostro Paese che è interamente da ricostruire. 
Chi non capisce questo e continua ad appoggiare spinte anti-istituzionali eversive e fortemente distruttive, sulla linea del "tanto peggio, tanto meglio", è complice di chi non vuole cambiare niente.
Mi piace e mi rattrista il commento che ha fatto un amico al post "Le valigie colorate" di 2 giorni fa: gli italiani assomigliano ai manzoniani capponi di Renzo. 
Più si avvicina la cottura finale in pentola e più si beccano tra di loro...


(continua)

18 aprile 2013

Le valigie colorate.



20 giorni di Italia. 
Tante cose da fare e poco tempo libero. 
A Roma ho visto decine e decine di negozi chiusi con la scritta "Affittasi", segno evidente di una crisi lacerante e di soldi che non ci sono. 
Lavi i piatti e in televisione litigano, inviti amici a cena e, mentre aspetti, in televisione litigano. 
In Italia litigano sempre e, quando non urlano, ridono di tutto. 
Io non ci sono più abituato, sarà l'Africa o il disadattamento che avanza, ma l'educazione e il rispetto per me sono dei valori. 
Mi piacerebbe un'Italia che sapesse crescere in silenzio.
Strillare, deridere, saltare a piedi pari il rispetto: non mi piace. 
Su Facebook spesso abbondano insulti,  parolacce, turpiloquio, derisioni, prese di posizione categoriche che sul web non costano nè fatica, nè coraggio.
Spesso sono vigliaccate.
Scarseggiano invece analisi della realtà, punti di vista divergenti o creativi. 
"Scrivi mi piace sennò sei come gli altri, o peggio" si legge spesso su FB. 
Difficile pensare che con tali atteggiamenti si possa costruire una società liberale e democratica, figlia di sogni belli, limpidi, trasparenti. 
Mi sento a disagio. 
Non solo triste per come vanno le cose nel Paese che amo, ma anche per come molti italiani affrontano questa crisi. 
Per molti sembra sia più importante far vincere la "propria squadra", non importa come: è la stessa logica dei tifosi, non degli sportivi.
Io tifo sempre per le squadre italiane, tutte, sono l'unico romano che è contento dei successi sia della Roma, sia della Lazio. 
Ma poi mi schifo degli scontri tra tifosi, di tutti i derby urlati, con i cori razzisti, le persone innocenti colpite, gli accoltellati, gli ammazzati.
Io non riesco più ad accettare la normalità italiana, questo tipo di normalità.
Questo tipo di politica urlata e filtrata da una furbizia sempre di parte, mai al servizio del Paese.
Le elite radical-chic e il popolo cafone, ognuno per la sua strada: gridata, urlata, distinta.
Bravi, tutto bene...
Non vi rendete conto che siamo... alla frutta...
Le divisioni mai sanate, il sottosviluppo civile che è dappertutto, le regole che valgono sempre e solo per gli altri, un tipo di furbizia che sa come essere simpatica per fregarti meglio, la lingua italiana violentata, la cultura difesa solo a chiacchiere, il disprezzare i politici locali ma poi servirsene, le case abusive perchè "tutti lo hanno fatto", il dire "sono tutti uguali"  per giustificare che non si crede in nulla, il livore cieco nei confronti  di chi pensa in modo divergente dai modelli dominanti o dai modelli finto-alternativi, la demagogia facile di chi promette grandi rivoluzioni e poi non cambia nulla.

Davanti a me ci sono 5 valigie.
Una è rossa, un'altra è colore aragosta, una è blu, una è azzurra, una ha l'indecifrabile colore del tempo che passa.
Sono piene di graffi e residui di procedure di sicurezza aeroportuale. 
Targhette scollate bianche, gialle, arancio. 
Swiss Air. 
Iberia. 
Blue Panorama. 
Ethiopian Airlines. 
Turkish Airlines. 
Una, quasi nuova, ha perso le ruote. 
Un'altra ha degli storici buchi agli angoli.
Nonostante le saponette alla lavanda che metto per deodorarle sembra che conservino, negli anni, gli aromi del bagaglio tipico dell'emigrante: il lonzino regalato dal vicino amico di casa, il caciocavallo di cui non si può fare a meno, i dvd più recenti di cinema italiano, la biografia su Napoleone, il libro di Citati su Leopardi, il ciauscolo fatto in casa che supererà indenne tutte le dogane...
Tanti viaggi, tanti carichi, tante notti in aeroporto, tante spinte su rampe e scivoli, tante albe piene di sonno infinito. 
Ad ogni partenza mi resta negli occhi un'Italia con pochi sogni.


© RIPRODUZIONE RISERVATA Paolo Giunta La Spada

(Continua) 

1 aprile 2013

L'occasione persa.

I numeri, per chi non ama le chiacchiere, sono questi:


al Senato:
PD - SEL    117
Grillo - M5S    54
Monti    18
PDL - Fr d'I.    117
Altri    9.


Alla Camera:
PD - SEL     349
Grillo - M5S     109
Monti   46
Berlusconi   125
Altri     1

Con questi numeri Grillo, insultando le istituzioni e tutti i partiti, ha preferito proibire ai parlamentari M5S la formazione di un governo PD-SEL-M5S che avrebbe avuto 171 seggi al Senato e 458  (458)  seggi alla Camera.

Lascio immaginare alla vostra fertile fantasia che cosa avrebbe potuto fare un governo con una così solida maggioranza e gli angusti spazi che sarebbero rimasti all'ex-premier Berlusconi e alla corte di Arcore con le sue "allegre" escort, il Trota e la Minetti inclusa.

Grillo avrebbe potuto proporre le leggi e tutte le riforme da sempre promesse e, del resto, avrebbe potuto "staccare la spina" al governo fra uno, due, tre, o sei mesi, in qualsiasi momento.

Incredibile, non ha alcuna giustificazione.

Le ragioni possono essere le seguenti:
forse vuole continuare l'opera di distruzione del PD, oppure è al servizio di Berlusconi, oppure, più probabile, non è in grado di passare dalla critica alla costruzione, e dalle chiacchiere alla concreta politica di governo.

Cioè in sostanza è un "venditore di cioccolate" con tutto il rispetto per chi vende cioccolata e zucchero filato alle fiere di paese.

Di uno così l'Italia può fare a meno.

Non serve a cambiare.

Serve a conservare.


I&W