27 novembre 2017

Non esiste al mondo...


Gli italiani sono sempre più assuefatti al degrado ideologico e culturale, e al progressivo imbarbarimento della loro civiltà giuridica.
Ai ritorni dei fantasmi, al cambiar tutto perchè nulla cambi, alla rassegnazione, al veder facce vecchissime presentarsi come se fossero nuove.  

Non credo esista al mondo, almeno nel mondo di tradizione giuridica europea e liberale, che una tv pubblica trasmetta in prima serata un'intervista servile e ruffiana ad un condannato in tre gradi di giudizio per una milionaria evasione fiscale, cioè a uno che ha rubato a tutti noi contribuenti.

Non credo sia possibile permettere che in tv si oltraggi la magistratura per la condanna di concorso in associazione mafiosa data a Dell'Utri, negando il valore dell'inchiesta che fece luce su tale personaggio.

Non credo, e questo è veramente comico, che un signore condannato per una milionaria e conclamata frode fiscale possa parlarci di tasse, e di ciò che si dovrebbe fare sul tema delle tasse.

Ma gli italiani dimenticano tutto e non finiscono di stupire.




7 novembre 2017

Ora l'epoca...

Non ho tempo per scrivere, ma una cosa vorrei dirla.
C'è una costante perdita di democrazia, di memoria storica e di tessuto civile.
E' impressionante che a Ostia vada a votare solo il 36% degli elettori.
Significa che gli italiani non hanno più fiducia nel sistema.
Le percentuali dei risultati vanno viste tenendo presente questo dato.
Faccio un esempio: Casa Pound sfiora il 10%, ma il 10% del 36% significa che vota Casa Pound il 3,6 degli italiani di Ostia.
Ha sbagliato chi, come Renzi con la consueta faciloneria, si infischiava appena due anni fa di questo dato di bassa affluenza al voto che mina gravemente il sistema democratico.
In questa attuale condizione di scarsa affluenza un piccolo partito ben organizzato può prendere la maggioranza.
Questo significa che c'è una crisi globale della politica, con un'amministrazione che viene vista sempre più lontana dai territori, dai cittadini, dalle scuole, dai luoghi di produzione, dalle famiglie con i loro problemi.
Il rischio è la strada spianata ai nemici della democrazia.

Davanti alla violenza di una globalizzazione che tutto e tutti colonizza, una politica democratica può e deve essere una politica nazionale più coraggiosa e autorevole.
Non si possono accettare i diktat tedeschi e le ambiguità di Bruxelles solo perchè siamo europeisti. 
Non si possono accettare regole europee che penalizzano gli strati sociali più indifesi e le culture più originali dei nostri territori.
I nostri governi  (Berlusconi-Maroni) hanno prima firmato gli accordi di Dublino che obbligano l'Italia a regole inaccettabili sull'immigrazione, poi con Renzi e Gentiloni non sono riusciti a spostare di una virgola tali accordi.
Lo stesso è successo con il nostro debito pubblico, con i finanziamenti alle banche, con la continuazione di politiche che sono di privilegio per i soliti noti, con le dimenticanze per gli italiani colpiti da terremoti (a L'Aquila con Berlusconi, a Norcia con Renzi).
La politica è percepita come uno story-telling senza alcuna credibilità.
Ora l'epoca dell'allegro story-telling è finita.




2 novembre 2017

Cautele e silenzi


Da "Fratelli d'Italia" di Alberto Arbasino, 1963.



"Leggi i diari postumi di Corrado Alvaro, e li trovi dentro tutti, nella cacca fino alle orecchie, ... tutti... quelli che ci fanno oggi i quaresimali... i gattoni sapienti che sono andati avanti per tutta la carriera con gli ammicchi e le cautele e i silenzi... bravissimi ad amministrarsi e a durare... sottintendendo che finchè prevale la tirannide un buon tacer tutta la vita onora..."