Nessuna assoluzione per un re che decise crimini contro la nostra Patria e contro l'umanità, e che sempre cercò la convenienza personale, o dinastica, contro gli interessi del popolo italiano.
Fino ai vili silenzi e alla fuga finale...
Fino ai vili silenzi e alla fuga finale...
Approvò l'invasione coloniale della Libia.
Condusse l'Italia alla prima guerra mondiale quando l'Italia avrebbe ottenuto di più, insieme alla pace, dalla neutralità.
La guerra portò a più di 600.000 morti italiani e a un milione di feriti e mutilati.
Regalò il potere al fascismo, senza che ce ne fosse alcuna necessità istituzionale e con un vero colpo di stato, nei giorni che seguirono il 28 ottobre 1922.
Fu felice dell'invasione dell'Etiopia, a base di bombardamenti di gas iprite, e il 6 maggio 1936 si fregiò del titolo di imperatore visto che ad Haile Selassie, l'imperatore d'Etiopia, era stata strappata la terra abitata da sempre dal popolo etiopico.
Fu sostenitore e complice del fascismo in ogni suo atto: dai 5.000 italiani antifascisti uccisi dal 1919 al 1925, alle migliaia di anni di galera comminati a chi dissentiva o criticava, agli assassinii di Nello e Carlo Rosselli o di Giacomo Matteotti; alle deportazioni e alle stragi dei patrioti libici ed etiopici nelle loro stesse terre.
Nel 1938 fu responsabile dell'intervento italiano contro la Repubblica spagnola e dei bombardamenti italiani a tappeto, con migliaia di vittime innocenti, dei paesi baschi spagnoli e di Barcellona.
Il 17 novembre 1938 firmò le "leggi razziali", cioè le leggi razziste, iniziando le persecuzioni contro gli ebrei italiani che da sempre vivevano nel nostro Paese, pagavano le tasse, erano perfino, in buona parte, fascisti.
Accettò di assecondare Mussolini nell'alleanza con la Germania nazista e firmò la dichiarazione di guerra a Francia, Gran Bretagna, Grecia, Russia, USA... nonostante sapesse che l'Esercito italiano aveva i mezzi per combattere qualche settimana e non di più, e che sarebbe andato incontro ad una vergognosa disfatta.
Fece firmare la resa incondizionata dopo una cocente e vergognosa sconfitta che lasciava il popolo italiano alla mercè dell'occupazione tedesca e dei bombardamenti angloamericani.
Non si assunse alcuna colpa o responsabilità davanti al popolo italiano l'8 settembre 1943, nè ordinò di bombardare il Brennero per bloccare l'invasione tedesca dell'Italia.
Fuggì lasciando 4.500.000 di soldati italiani senza alcun ordine; nè mai parlò alla Nazione per riorganizzarne, in qualunque modo, l'identità ferita, lo spirito combattivo, il senso di riscatto, il significato di un nuovo percorso di libertà e concordia.
Condusse l'Italia alla prima guerra mondiale quando l'Italia avrebbe ottenuto di più, insieme alla pace, dalla neutralità.
La guerra portò a più di 600.000 morti italiani e a un milione di feriti e mutilati.
Regalò il potere al fascismo, senza che ce ne fosse alcuna necessità istituzionale e con un vero colpo di stato, nei giorni che seguirono il 28 ottobre 1922.
Fu felice dell'invasione dell'Etiopia, a base di bombardamenti di gas iprite, e il 6 maggio 1936 si fregiò del titolo di imperatore visto che ad Haile Selassie, l'imperatore d'Etiopia, era stata strappata la terra abitata da sempre dal popolo etiopico.
Fu sostenitore e complice del fascismo in ogni suo atto: dai 5.000 italiani antifascisti uccisi dal 1919 al 1925, alle migliaia di anni di galera comminati a chi dissentiva o criticava, agli assassinii di Nello e Carlo Rosselli o di Giacomo Matteotti; alle deportazioni e alle stragi dei patrioti libici ed etiopici nelle loro stesse terre.
Nel 1938 fu responsabile dell'intervento italiano contro la Repubblica spagnola e dei bombardamenti italiani a tappeto, con migliaia di vittime innocenti, dei paesi baschi spagnoli e di Barcellona.
Il 17 novembre 1938 firmò le "leggi razziali", cioè le leggi razziste, iniziando le persecuzioni contro gli ebrei italiani che da sempre vivevano nel nostro Paese, pagavano le tasse, erano perfino, in buona parte, fascisti.
Accettò di assecondare Mussolini nell'alleanza con la Germania nazista e firmò la dichiarazione di guerra a Francia, Gran Bretagna, Grecia, Russia, USA... nonostante sapesse che l'Esercito italiano aveva i mezzi per combattere qualche settimana e non di più, e che sarebbe andato incontro ad una vergognosa disfatta.
Fece firmare la resa incondizionata dopo una cocente e vergognosa sconfitta che lasciava il popolo italiano alla mercè dell'occupazione tedesca e dei bombardamenti angloamericani.
Non si assunse alcuna colpa o responsabilità davanti al popolo italiano l'8 settembre 1943, nè ordinò di bombardare il Brennero per bloccare l'invasione tedesca dell'Italia.
Fuggì lasciando 4.500.000 di soldati italiani senza alcun ordine; nè mai parlò alla Nazione per riorganizzarne, in qualunque modo, l'identità ferita, lo spirito combattivo, il senso di riscatto, il significato di un nuovo percorso di libertà e concordia.
La cerimonia funebre all'arrivo della salma di Vittorio Emanuele III |