Il campo di
Servigliano è monumento nazionale. E’ il riconoscimento a un percorso ventennale
di raccolta delle testimonianze, conoscenza della storia del nostro Novecento,
divulgazione, educazione alla pace e ai valori costituzionali.
Ma, circondati come
siamo dalle guerre, non servirà a niente se non avremo il più grande coraggio per far capire che cosa
insegna il campo con le sue diverse testimonianze, ovvero l’orrore per le
guerre e la necessità della pace come valore non trattabile, irrinunciabile.
Vedo che i nazionalismi
di ieri risorgono in modalità sempre più pericolose, le ideologie razziste
riprendono forme sempre più preoccupanti, e l’Europa e il mondo intero sembrano
precipitare di nuovo nell’abisso della guerra.
Condannare le guerre
non serve a niente se non si condannano e non si contrastano i regimi
dittatoriali che le producono.
Putin è un dittatore
che non permette alcuna forma di opposizione nel suo Paese e che inventa un
nemico, la società liberale e democratica e il mondo occidentale, per mantenere
il potere in Russia e per evitare che la stessa Russia diventi libera e
democratica.
Perché in una Russia
libera e democratica non ci sarebbe posto per un dittatore come Putin.
Si fronteggiano due
sistemi diversi e opposti, come prima del 1989.
Non si può dire no
alla guerra senza schierarsi contro il regime putiniano che l’ha prodotta.
Sarebbe come se il
1° settembre 1939, il giorno dell’invasione nazista della Polonia, avessimo
detto No alla guerra senza condannare il regime nazista.
Sarebbe come se, con
la resa incondizionata dell’Italia fascista sconfitta, dopo l’8 settembre
avessimo detto No alla guerra senza dire contemporaneamente No al fascismo che
quella guerra aveva voluto e intrapreso.
I nostri valori non
saranno mai quelli di Putin, ma sono oggi più che mai quelli costituzionali.
La liberazione dal
fascismo ha comportato l’assunzione di un nuovo ruolo dell’Italia nel mondo
libero, e la libertà che abbiamo goduto e che tuttora godiamo è stata garantita
dal fatto che oggi, come 76 anni fa ci hanno insegnato i nostri genitori con la
Resistenza al nazifascismo, l’Italia fa parte dell’alleanza delle nazioni del
mondo occidentale.
Per tutta la vita
sono stato testimonianza e denuncia degli errori del nostro mondo, ma non si
può dimenticare che il nostro stesso pensiero critico è reso possibile perché
il nostro sistema permette la nostra libertà.
Trovatemi i mondi
dove è possibile altrettanto: di certo non nella Russia del regime putiniano,
non nella dittatura cinese, non nei regimi integralisti religiosi, non nelle
dittature di tipo militare.
Questo significa che
non è possibile non schierarsi perché non schierarsi è come vedere nel
1941-1942 l’intera Europa occupata dai nazifascisti e non schierarsi.
Dire né con Putin,
né con la NATO significa voler apparire come “anime sante” che non intendono
mai “sporcarsi le mani” ed è anche troppo comodo, inoltre non credere a nulla alla
fine produce solo disimpegno e nichilismo.
Dall’altra parte c’è
chi ama Putin perché Putin nega i diritti civili a gay ed lgbt che vengono
perseguitati,
incarcerati, torturati e discriminati, in sostanza amano il
dittatore fascista che Putin incarna e detestano l’Occidente, che è il piatto
nel quale mangiano allegramente.
La battaglia per la
libertà e per la pace, evidentemente, non è finita 76 anni fa.