1 giugno 2012

Nulla è definitivo fuorchè il provvisorio

Nei commenti al post del 30 maggio (Wait and see) Massimiliano Zandomeneghi chiede “che cosa si può fare”.
Non ci sono ricette o bacchette magiche e non sono un profeta.
Penso quello che pensa la gran parte degli italiani e che sintetizzo così:
1) La politica italiana non funziona. E’ appannaggio di persone in gran parte disoneste che antepongono in modo spregiudicato i propri interessi a quelli della società.

2) Gli italiani si “adattano” al punto 1. Sono affetti da ataviche forme di “familismo amorale“ (il celebre “tengo famiglia” del padre che così giustifica ogni codardia). Custodiscono un’antica ideologia giustificazionista (“fanno tutti così” “se non lo facessi io lo farebbe un altro” “nella vita bisogna darsi da fare”). Inoltre sono sottoposti a vessazioni, lentezze burocratiche, soprusi di ogni tipo, e alla fine si convincono che conviene rassegnarsi piuttosto che denunciare. In sostanza disprezzano il politico, ma poi se ne servono, gli chiedono di “chiudere un occhio” sul capannone industriale che hanno costruito abusivamente, sulla casa al mare senza permessi, sulla coltivazione biologica che biologica non è. Saltano la coda in ospedale perché conoscono il primario o il medico del reparto, o l’hanno pagato privatamente e salato nel suo studio. Si arrangiano con la burocrazia chiedendo il favore all’impiegato che conoscono, al potente o al politico di turno. A quel punto non denunciano più.

3) Non c’è il punto 1 senza il punto 2 e viceversa. Chiaro che non si tratta solo di “pensionare” la classe politica. Qualcosa del genere avvenne nel 1992/1993 con Tangentopoli: PSI e DC furono cancellati dalla storia d’Italia. Il fatto che l’anno dopo sopraggiunse Berlusconi dimostra che non basta cambiare qualche uomo e qualche sigla. Se poi si guarda agli effetti della “discesa in campo” dell’ex-premier, durata quasi un ventennio, si capisce anche che i “nuovi” possono essere anche peggio dei “vecchi”. Molti hanno rimpianto la Prima Repubblica davanti allo spettacolo indecente dell’ex-premier: dilettantismo condito da gaffe, propaganda televisiva sovrabbondante, perdita di credibilità internazionale, schiere di “escort” pronte a tutto nominate ai vertici delle istituzioni.

4) Prezzolini nel 1924 scrisse che in Italia “Nulla è definitivo fuorché il provvisorio”. Questa teoria domina la vita italiana. Va in parallelo con un’altra struttura ontologica della società: la ricerca fallita della semplificazione. Tutti quelli che hanno cercato di semplificare le hanno complicate di più. Ministeri della Semplificazione, come quello inventato da Calderoli negli anni scorsi, sono la più solenne presa in giro. Vi pare che per semplificare si faccia un Ministero, cioè altre poltrone, altri soldi, segretarie, progetti, uffici. E’ un po’ come quando un Preside, per stoppare una discussione che si protrae da troppo tempo in un Collegio dei Docenti, propone l’istituzione di una Commissione. Sanno tutti che il problema si poteva affrontare con un confronto finalizzato ad una votazione, cioè ad una decisione. Con una Commissione tutto è rimandato alle calende greche e all’incertezza. Non è successa la stessa cosa con le Bicamerali? Non succede ogni giorno nell’iter di ogni legge? E, fatta la legge, il giorno dopo: quante applicazioni provvisorie? Quante interpretazioni difformi? Che si tratti di tasse, permessi per costruire, aprire un’attività commerciale, non vi è mai capitato di non capirci nulla?

5) Il punto 4 lega perfettamente con l’uno e il 2. Se non ci si capisce niente come nelle grida manzoniane che il dottor Azzeccagarbugli legge a Renzo il popolo è costretto a dipendere da politici e avvocati. Infatti il politico per eccellenza in Italia è l’avvocato ed è una stranezza solo italiana che aggrava la distanza tra politici e mondo reale.

6) Nel post “Libera l’Italia in 4 mosse” (26 aprile 2012) indico alcuni aspetti per cambiare. Lo stipendio a 3.000 Euro per i parlamentari, i presidenti di regioni e province, gli assessori dei grandi comuni. La Minetti e il Trota che guadagnano 16.000 euro al mese solo perché eletti a lista bloccata per volontà dell’ex-premier e di Bossi sono uno scandalo inaccettabile. Inoltre: quanti Minetti e Bossi sono “nascosti” nelle poltrone d’Italia? Quante nuove province sono state fatte per dare posti e “distribuire” soldi?

7) Alcuni lettori chiedono di Grillo e del Movimento 5 Stelle. Quando Grillo dice che va pensionata l’attuale classe politica ha ragione. Quando si chiude dentro un blog e si sottrae ad un confronto libero con i suoi stessi sostenitori, che non necessariamente condividono tutte le sue idee, sbaglia. La critica radicale che Grillo fa ai politici è condivisibile, ma non dovrebbe giungere a coinvolgere lo stato, le sue istituzioni più rappresentative. Noi italiani dobbiamo riformare lo stato fino a sentirlo nostro. C’è qualcuno che pensa di travolgerlo? Abbatterlo? Io non sarò tra loro.

8) Credo comunque, a differenza di tutti i partiti che lo temono, o lo deridono, che il Movimento 5 Stelle sia una risorsa importante per far crescere il tasso di interesse per la “politica” della nostra nazione. A condizione che, col tempo, si dia un assetto organizzativo basato sulla trasparenza delle decisioni e accetti la responsabilità degli atti di governo nel concreto. Con i politici che abbiamo è facile vincere le elezioni. Il difficile è decidere e governare bene. Il Movimento 5 Stelle è l’esempio di come perfino un “non-politico” come Grillo sia in grado di metter su un movimento e un’organizzazione che ha vinto le elezioni a Parma. Tutti possono farlo, anche voi: proponete le vostre idee, formate un movimento o un partito, date un contributo al vostro Paese.

9) In Italia in troppi si lamentano, in pochi si assumono responsabilità. In Italia comportamenti e opinioni non sempre coincidono. In Italia solo 5 milioni di persone leggono libri ed editoriali di quotidiani. E’ desolante non considerare come coloro che sono colti, preparati, manager, dirigenti, intellettuali, scrittori, giornalisti e cineasti, si tirino fuori da qualsiasi responsabilità. Non è credibile che la colpa di tutto in Italia sia dei politici. E tutti gli altri dov’erano in questi ultimi 20 anni? E oggi? Quando una società si sgretola tutti dovrebbero sentire il richiamo dell’impegno e dell’assunzione di responsabilità di fronte alla Storia.

10) L’Italia è teledipendente. La televisione conta troppo e conterà anche nelle elezioni previste per giugno 2013. Scatterà la trappola (leggi il post La Trappola di gennaio 2012). L’ex-premier, anche se Alfano col suo sorriso da coniglio convince poco, è forte di banche, case editrici, supermercati, giornali, radio e televisioni. Potrà dimostrare che è ancora capace di influenzare la vita politica del nostro Paese. Se il Centro-Sinistra non è capace di una visione strategica sarà divorato dalle sue ali estreme incapaci di un compromesso, dall’astensione e dal Movimento 5 Stelle. Mi sbaglio?

Paolo Giunta La Spada

6 commenti:

Maria Teresa Urbani ha detto...

Sì, si sbaglia. Credo che Berlusconi sia fuori dai giochi. Non credo che gli italiani siano senza memoria. Sulla tendenza al lamento ha ragione. C'è poca pratica e troppa chiacchiera...

Anonimo ha detto...

Ritratto di un popolo indeciso tra lo stare a guardare e un'azione sempre delegata agli altri o peggio a qualcuno che "mette le cose a posto".

Edoardo ha detto...

Secondo me gli italiani non hanno memoria, dimenticano presto e vigilano poco. Basta guardare a quello che sta succedendo in Parlamento dove stanno riformando la Costituzione e non lo sa nessuno.
Noi italiani pensiamo di essere informati guardando Porta a Porta e Ballarò.
La realtà è che le notizie vere non arrivano in televisione

Liliana V. ha detto...

Credo che tutto quello che di positivo è stato ereditato dal dopoguerra, dalla libertà, dalla nuova società nata dalla Liberazione si sia perso. Fino agli anni '70 l'Italia ha mostrato idee e vitalità. Da 30 anni è ferma. Non cresce l'economia, ma non cresce neanche il confronto culturale, il sapere, l'arte, la ricerca. Inoltre ognuno è bravo a lamentarsi o a parlare male, ma poi nessuno vuole o sa cosa fare.
Grazie per questo blog che è una voce libera.
Cordialmente
L.V.

Camel senza filtro ha detto...

No non ti sbagli, ma io vedo più il rischio dell'ingovernabilità che il rischio dell'ex-premier che muove le fila. O tutti e due messi insieme. Se le ultime amministrative fossero state politiche ditemi che razza di maggioranza avrebbero fatto.

Matteo B. ha detto...

Dal blog in genrrale emerge critica radicale, ma anche voglia di cambiare in meglio. Non mi dispiace. comunque al punti in cui è l'Italia non vedo alternative al 5 stelle anche se non mi convince
Saluti