13 luglio 2012

Dieci ragioni per...

1) La popolazione del mondo ha superato i sette miliardi. Provate a pensare l’immondizia che produce ogni giorno, i siti dove si può mettere questa immondizia. Quante scuole e insegnanti sono necessari per una tale quantità di popolazione. Quanto cibo è necessario per tutti. E quanta acqua per bere, irrigare i campi coltivati e lavarsi. Ogni giorno.

2) Le risorse del pianeta si esauriscono: acqua, campi coltivabili, terre vergini, foreste, mari con fauna e flora, petrolio e minerali.

3) Non c’è più un ordine geo-politico del mondo. Dopo il binomio USA - URSS che ha funzionato fino al 1989 è sopravvenuto un mondo policentrico senza protettori, né protetti.

4) USA, Europa, Cina, Russia, India, Paesi Arabi, Brasile, paiono, pur con diverse posizioni e rendite di partenza, elementi di una rete globale senza alcun centro.

5) I sistemi liberali e democratici, anche se i media tentano di farci credere il contrario, sono in crisi. La democrazia, con tutto il suo corredo di diritti, costa molto in termini di buon sistema educativo e welfare state, ma oggi i soldi non ci sono, o meglio, non li vogliono tirar fuori. Del resto non serve: il pericolo comunista non c’è più.

6) Gli investimenti vanno dove la forza lavoro costa poco e assomiglia ad una condizione schiavile, e dove i profitti restano elevati. Il mondo europeo e gli USA stanno subendo una graduale e costante deindustrializzazione.

7) L’idea che il web possa bilanciare il deficit di democrazia che c’è nel mondo è un’illusione. Il web ha aumentato le possibilità di informazione, ma ha anche prodotto un generale appiattimento culturale verso il basso e il mediocre.

8) Il cosiddetto “mondo occidentale” ha voluto guerre che sono stati errori fatali, oltre che per l’immagine, per la costruzione del mondo futuro. UK e USA hanno forti responsabilità e scarsi meriti nella gestione della relazione Occidente-Mondo Arabo degli ultimi 30 anni.

9) In tutto il mondo arabo ai regimi laici si sostituiscono regimi religiosi inconciliabili con i diritti civili di una società aperta e liberale.

10) Tutti parlano di pace, ma le uniche industrie in attivo sono quelle militari. In tutto il mondo.

In 40 anni di girovagare nel pianeta ho sempre cercato mondi migliori: non li ho mai trovati.
Qualcuno li cerca in Cielo, qualcun altro fa finta di averli trovati, altri guardano dentro il proprio cuore per trovare ciò che hanno cercato invano altrove...
Nonostante tutto, il mondo resta un posto bellissimo, crudele a volte, ma bellissimo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA Paolo Giunta La Spada

10 commenti:

Russel ha detto...

Un ritratto fedele del mondo e di come ci si muove dentro.

Liliana V. ha detto...

Vorrei sapere dove porta la strada della foto...

Camel senza filtro ha detto...

Un mondo bellissimo, ma davvero crudele e prevedibilmente banale...
ma non so se la crisi dei diritti umani è reale o se dipende dalla maggiore informazione sulle violazioni. Dell'Argentina di Videla non si è saputo niente per anni come per il Cile di Pinochet. Si immaginava ovviamente.
Oggi c'è sempre un video o una foto digitale inviata col cellulare anche dai posti più lontani e scatta la certezza, la prova. Ma anche oggi sono molti i Paesi di cui non si sa niente con galere mai visitate, campi di detenzione nel deserto fatti di container, luoghi di mattanza sconosciuti.

Pierangelo Filigheddu ha detto...

Penso che la democrazia, o quel nome che abbiamo conosciuto finora, sia destinata a scomparire, perchè non più funzionale agli attuali modi di produzione. Nell'Ottocento e nel Novecento, quando la ricchezza proveniva dall'industria e dal commercio, la libera circolazione delle merci ha imposto dapprima politiche colonialiste e imperialiste, per approdare infine alla definizione di aree commerciali più vaste dei confini nazionali, col progressivo abbattimento delle barriere daziarie e doganali.
In questa fase la democrazia è stata senz'altro il sistema politico più adatto ad assicurare liberi e proficui commerci.
Oggi la ricchezza non viene più dall'industria e dal commercio, ma dalla ricerca scientifica, e il mondo è diviso in Paesi "software", dove tutto viene progettato e disegnato, e Paesi "hardware", dove tutto viene invece realizzato.
In questo tipo di economia, la fetta più grossa di ricchezza è di tipo virtuale: è fatta di marchi, di brevetti, di licenze.
Se un Paese "hardware" decidesse di non pagare più il dovuto al Paese "software", e ad esempio produrre Coca Cola senza l'autorizzazione di Coca Cola, utilizzare Windows senza licenza o inondare le tv di film non pagati, l'unica possibilità che il Paese "software" avrebbe di vedere riconosciuti i propri diritti, sarebbe l'azione militare.
La democrazia non è più il sistema politico più adatto a regolare questo nuovo equilibrio economico. Mi pare che ci si stia piuttosto muovendo verso una sorta di neofeudalesimo, nel quale i Paesi produttori di beni si assoggettano volontariamente ai Paesi produttori di ricerca che offrono loro in cambio tecnologia e mercato. A che servirebbe infatti alla Cina produrre milioni di iPhone e iPad se poi non ci fosse un mercato occidentale pronto ad assorbirli e laboratori di ricerca in grado di migliorare il prodotto ogni 6-12 mesi?
La Cina ha bisogno del feudatario, e il feudatario ha bisogno dei suoi vassalli.
Che c'entra la democrazia con tutto questo?

AnnaLisa ha detto...

Che cosa dobbiamo fare per intepretare la nuova realtà di un mondo in cui le grandezze macroscopiche sfuggono al nostro controllo politico e sociale?
Il post, al di là delle apparenze, è un manifesto di filosofia.

GicoGì ha detto...

Analisi lucida e disincantata che lascia poco ai sogni, però fatta da un sognatore di professione

Claudio Renzi ha detto...

In vacanza il mondo è ancora fascinoso e accattivante, ma spaventa il ritorno a casa alla fine di agosto. Siamo in recessione e ci resteremo, l'America non è più l'America, da tempo il comunismo non è più nè un sogno nè una speranza, la Cina è il tempio dello sfruttamento dell'uomo sull'uomo, l'Africa ha i soliti problemi che non cambiano mai, la Russia è dominata da Putin e dalle mafie di Mosca, Berlusconi ritorna, la Minetti è ancora in Regione con Formigoni, Bersani litiga con Matteo Renzi. Le tasse aumentano e gli stipendi diminuiscono. Non c'è nè il Concilio, nè la Nuova Frontiera, nè Luther King.

Stefano Parrettini ha detto...

Se le forze politiche non saranno capaci di rinnovamento c'è da aspettarsi un clima di scontento e rivolta. Da noi Berlusconi vuole ripresentarsi. E' immorale oltre che per il personaggio burlesque che è, anche per l'età che ha e per come rappresenterebbe l'Italia nel mondo.
Ci mandano in pensione, ci esodano, ci licenziano, ci riducono lo stipendio.
Loro stanno invece incollati alle poltrone.
Sarebbe il caso si scollassero un po' e per sempre con tutte le loro Mi...netti

Effendi ha detto...

Un mondo bellissimo, ma sempre più difficile. In Europa l'epoca dello sviluppo è finito per sempre. A meno che non si rilancino le risorse produttive primarie: agricoltura più di tutto il resto

Filippo ha detto...

Dieci ragioni per... agire

le tue dieci considerazioni sulla realtà che abbiamo davanti ai nostri occhi potrebbero sembrare apocalittiche, da fine del mondo o da fine del genere umano. Invece, la tua conclusione "Nonostante tutto, il mondo resta un posto bellissimo, crudele a volte, ma bellissimo. " ci offre uno spazio di speranza, E per quel minuto territorio di ricerca di un mondo migliore che ti ringrazio. Un mondo che non è il 'migliore di mondi possibili' di Leibniz, che è una resa all'esistente, ma è il mondo cambiato dalla nostra sensibilità, che muta con la nostra capacità di agire e di emancipare l'orrido in luce. Un mondo che ci veda 'custodi' e non 'padroni', ogni giorno, in ogni nostro atto. Credo che chi cerca libertà, giustizia e solidarietà tra gli uomini e i popoli, è già libero, giusto e solidale, perché l'azione, come afferma Gandhi, anche individuale e isolata, ci cambia e cambia la realtà che ci circonda.