7 ottobre 2012

Spesa pubblica e costi della politica

Quando si parla di spesa pubblica si osservano i rapporti delle varie organizzazioni che studiano il problema: grafici, ranking, diagrammi. Scopri subito che nessuno dice la stessa cosa dell’altro e che le cifre assomigliano a opinioni perché cambiano i parametri e i punti di vista usati per valutare i diversi problemi.
Una cosa però è certa: l’Italia spende, più o meno, quello che spendono gli altri paesi europei e si colloca al decimo posto dei 27 Paesi dell’Unione europea per spesa pubblica.
In proporzione al PIL prodotto, inoltre, la spesa pubblica italiana è tra le più basse.
Chi sostiene che il problema italiano è la spesa pubblica dovrebbe guardarsi la seguente tabella:
Bisogna però dire che la spesa pubblica italiana sta aumentando in percentuale rispetto al PIL perché da noi la produzione stagna, le industrie falliscono, l’economia non riprende il suo ciclo benefico.
Questa è la grande differenza con la Germania dove l’economia tira e le aziende producono ed esportano.
E’ necessario aggiungere che negli ultimi 10 anni sono aumentate le spese militari soprattutto per le missioni all’estero. La sola guerra in Libia voluta dal governo Berlusconi, per esempio, ha esaurito l’80% dei nostri armamenti missilistici in dotazione all’aviazione, tutta "roba" che andrà ricomprata.

(leggi “Ricordate la Libia?” del 21 gennaio 2012,
http://paologls.blogspot.com/2012/01/ricordate-la-libia.html)

Un discorso serio andrebbe fatto non sull’entità globale della spesa pubblica, ma su come funzionano i servizi pubblici in relazione a quanto costano.
Qui si entra in un tema scottante perché gli stessi sindacati, non solo lo Stato datore di lavoro, spesso non vogliono considerare cambiamenti se questi vanno a toccare privilegi acquisiti o bacini elettorali di riferimento.
Spesso i nostri servizi non sono all’altezza, è vero, ma a volte si esagera nelle critiche e si fa finta di non conoscere i disservizi degli altri paesi: basterebbe entrare in una scuola pubblica inglese o prendere un autobus per pendolari a Londra.
Si sa, l’ignoranza è sorella della cattiva politica.
Se un servizio fa schifo sarebbe meglio chiuderlo, far pagare meno tasse e dare buste paga più grandi.

Io voglio una usl in grado di fare le analisi come il miglior laboratorio privato e non voglio pagare tasse per avere un laboratorio usl che non funziona.
Voglio una scuola bella, pulita, con spazi e risorse adeguate al compito, con docenti contenti e motivati, con studenti contenti e impegnati.
Voglio una Polizia che se vai a fare una denuncia per furto non ti guardano come se fossi un deficiente e una delle poche cose che invidio agli inglesi è Scotland Yard.
A Londra se ti rubano in un appartamento gli agenti vengono a rilevare le impronte digitali, se ti scippano su un treno ti chiedono di comporre l’identikit del criminale e lo fanno e diramano in poco tempo.
A me, esperienza vissuta sul treno Fiumicino-Roma, la polizia ha detto “Lei lo sa, no? Su quel treno salgono gli zingari e rubano, succede ogni giorno, noi non possiamo fare niente”.
Poliziotti sul treno, no??? Agenti nelle stazioni a rischio, no???
Ecco, se uno Stato funziona così a che serve?
Perché dobbiamo pagare tasse per servizi che non funzionano?
E così gli italiani si rassegnano e, in forme sempre più cupe, si allontanano dalle istituzioni, fanno da soli, che poi è il nostro male nazionale.

Inoltre le tasse andrebbero ridotte perché le prime vittime della forte tassazione sono gli italiani tutti che lavorano, operai e imprenditori.
Anzi mi viene da pensare in questo periodo di crisi proprio ai tanti piccoli imprenditori che danno lavoro, creano occupazione nel territorio, ma sono strozzati dai debiti.
Lo stato li lascia soli, al pari degli operai che perdono tragicamente il lavoro, anzi gli manda Equitalia a dare il colpo di grazia prima del fallimento in tribunale.

Ritornando alla spesa pubblica c’è una voce che si discosta ed è dissonante rispetto alle altre nazioni europee: i costi della politica.
I costi della politica non sono solo, caro Rob - Roberto (vedi i commenti a Il nuovo che avanza del 29 settembre scorso), gli stipendi dei parlamentari e dei commessi della Camera e del Senato.

I costi della politica sono negli incarichi e nelle “poltrone” che a decine di migliaia vengono dati, oltre che al Quirinale, alla Presidenza del Consiglio e alle due Camere, con tutto il corredo di palazzi, case, uffici e auto con autista, agli apparati meno vistosi ma ancora più dispendiosi delle Regioni, delle Province, delle aziende a partecipazione statale, regionale o provinciale, agli incarichi “politici” delle direzione usl, negli enti di stato, nei grandi Comuni con il corredo sterminato di assessori, esperti e politici di ogni categoria che finanziano enti e progetti creati ad hoc, cioè per ingrassare loro con i soldi nostri.
La spesa più grande, in questo caso, primo posto in Europa, è in Italia.
Questa è l’Italia “politica”, alleata delle mafie di ogni genere e di ogni territorio, che io non voglio vedere più.
E poi, cari amici, le spese della politica vanno ridotte drasticamente per due ragioni.

Primo, per non rendere appetibile la carriera politica ai mascalzoni.
Secondo, perché è l’unico modo per ricucire una relazione tra Stato e italiani che è morta da un pezzo.

Il nostro bel Paese è in agonia da un punto di vista civile: non c’è collante, non esistono miti fondanti, non ci sono belle storie da raccontare e di cui essere orgogliosi. Destra e Sinistra si sono affrontate a colpi di bassa politica ed è rimasto il deserto dei politici che rubano, dei carrozzoni sindacali che fanno clientela, delle complicità diffuse, degli scandali che si susseguono da decenni senza soluzione di continuità.

Non c’è Italia pensabile in futuro senza una “politica” dimezzata e interamente ripensata.
E tutti quelli che amano l’Italia, veramente e non a chiacchiere, lo sanno.

© RIPRODUZIONE RISERVATA Paolo Giunta La Spada

10 commenti:

Russel ha detto...

Caro Paolo, complimenti per il bellissimo post, ma leggendo quello che scrivi stai forse pensando di votare o appoggiare il M 5 Stelle?

Robin ha detto...

Ridurre o cancellare le tasse per chi investe e crea lavoro. Tassare invece i capitali che restano fermi in banca, non ci vorrebbe molto: bisogna spingere agli investimenti e tassare chi tiene ui soldi fermi

Anonimo ha detto...

Fino ad ora MOnti ha colpitioi redditi dipendenti senmza alcuna fantasia, i soldi sono andati tutte alle banche o alle grandi aziende i piccoli imprenditori o artigianisono soli e senza siuto

Lady G ha detto...

Bravo Paolo, che si tagli la politica una buona volta! Basta con le prese in giro all'infinito!

Matteo B. ha detto...

In effetti tutti gli sforzi del governo si concentrano sulla spesa, stipendi dei lavoratori dipendenti e pensionati che già stanno alla fame , ma il problema più grave è la politica che fa solo i suoi sporchi interessi. Fiorito ha rubato fiono a quando qualcuno che non aveva "mangiato" abbastanza lo ha denunciato. Altrimenti con la mangiatoia pienamente funzionante nessuno avrebe mai detto niente, Polverini in testa. La politica delle regioni in Italia è un associazione a delinquere

Giorgio B. ha detto...

D'accordo su molti punti ma la spesa in Italia va ridotta. Il debito è troppo alto e abbiamo il dovere di incidere sulla spesa. Si dovrebbe guardare agli sprechi e non fare tagli orizzontali che colpiscono tutto e tutti e lasciano inalterati gli sptechi

Anonimo ha detto...

Il sistema politico in Italia è unicamente un sistema di potere, di posti, di stipendi, di progetti pagati fatti apposta per figli mogli, amici, e amici degli amici. Il tutto condito da grandi discorsi sulla democrazia, la libertà, l'Italia, lo sviluppo. Non c'è differenza tra destra e sinistra, la mangiatoia acchiappa tutti o quasi. Se c'è qualcuno onesto e bravo lo isolano fino a renderlo inoffensivo. Poi ci sono le solite "escort" ed "amichette" che quelle non mancano mai, specie ad Arcore, tipo la Minetti.

In galera! ha detto...

Quando ci si preoccupa per gli eccessi dei magistrati si dimentica che in Italia c'è il problema degli appalti truccati e solo grazie ai magistrati la ruberia è impedita o almeno resa più difficile (se non viene corrotto il magistrasto stesso). Quello che però dà fastidio è che i magistrati li arrerstano ma poi li rimettono in libertà o gli danno i domiciliari. Questi hanno le ville sul mare che gliene importa dei dimiciliari?

AnnaLisa ha detto...

Completamente d'accordo, i costi della politica vanno azzerati. E andrebbe cambiata l'intera classe politica che in tutti questi anni non ha denunciato e combattuto costi, corruzione e malcostume

Attack ha detto...

Ma Grillo-Caroveggio al governo che farebbero? Degli illustri sconosciuti che fanno i ministri sarebbero una garanzia? E se non fossero neanche onesti?