21 marzo 2013

Kenya: il dilemma.


Raila Odinga e i suoi avvocati hanno presentato la petizione per annullare le elezioni keniane per brogli.
In realtà nei giorni immediatamente seguenti l'esito elettorale che dava Uhuru Kenyatta vincente, tutti i governi del mondo si sono congratulati con il vincitore e con il popolo keniano per il clima pacifico e ordinato che ha contraddistinto il voto.
Eppure, contemporaneamente, molti media internazionali, in particolare inglesi, hanno trasmesso interviste ai dirigenti della Corte Internazionale per i crimini contro l'umanità. La domanda più ricorrente era: "Uhuru è diventato presidente del Kenya, la Corte procederà?" La risposta, invariabile, era: "certo, non cambierà niente."
D'altro canto anche Uhuru, compiaciuto della vittoria sul rivale Odinga,  ha comunicato al mondo intero che avrebbe collaborato con la Corte.
Ma i media internazionali, quelli inglesi in testa, hanno insistito sui dubbi che tale situazione comporta e, quando Raila Odinga ha presentato la petizione, la voce di annullamento delle elezioni ha ripreso a circolare. 
A questo punto è subentrata una dichiarazione di Alojz Peterle, il rappresentante dell'Unione Europea incaricato di monitorare il voto in Kenya.
Per più di 10 giorni la U.E. non avuto nulla da dichiarare se non che il voto era stato pacifico e trasparente.
Due giorni fa invece il Chief Observer Alojz Peterle ha dichiarato: "The processing of official results was wholly lacking in transparency." 
E ancora: "The European Union Election Observation Mission is closely following the petitions filed after the 4 March General Elections. Impartial and expeditious handling of petitions, in a peaceful atmosphere, is an important part of every democratic electoral process. To observe this important phase, EU election observers will stay in Kenya until the Supreme Court delivers its rulings." 
Inoltre il rappresentante dell'Unione Europea ha parlato di controlli "resulting in an inconsistent method of verifying voters' identity" e ha proseguito dichiarando: "although there have been allegations of hacking and other sabotage, it is equally realistic that these systems could not be implemented because of the limited timeframe in which hardware was received, configured and deployed, alongside incomplete training for polling staff."  
Infine ha concluso: "as was the case in 2007, there were numerous problems with the tallying of election results."
Ed ha anche accusato: "Neither election observers nor party agents had adequate access to the processes in the constituency, county and national tallying centres. Small but numerous mathematical inconsistencies could have had significant impact, given the small number of votes by which Kenyatta passed the 50 percent threshold. So far presidential results have only been disaggregated down to the constituency level," 
E' interessante notare che il rappresentante dell'U.E. ha dichiarato che segue con interesse la petizione di Raila Odinga alla Corte del Kenya.
L'analisi critica di Mr. Alojz Peterle sembra non contemplare la possibilità che, se brogli ci sono mai stati, possano essere riferiti a entrambe le parti in causa.  
Cambiamo argomento: si dimentica di dire all'opinione pubblica internazionale che le accuse di essere il mandante delle violenze di fine 2007-inizio 2008 non sono riferibili solo a Uhuru Kenyatta, ma anche all'altra parte. 
Infatti inizialmente gli accusati di crimini erano sei: tre da parte Kikuiu tra cui Uhuru Kenyatta, e tre della parte avversa, tra cui il braccio destro di Raila Odinga.
Difficile pensare che il braccio destro di un politico sia accusato di essere il mandante di violenze e crimini senza che il suo capo ne sappia nulla. 
In seguito gli accusati divennero quattro: due e due. Che Uhuru sia incriminato e Raila invece no, dipende soltanto dalla decisione della Corte, ma tutti e due i loro partiti furono comunque coinvolti nelle accuse della Corte Internazionale.
Mentre il clima delle elezioni è stato pacifico tutto lascia pensare che nei prossimi giorni, soprattutto quando la Alta Corte del Kenya si esprimerà sulla petizione che chiede la revisione del risultato elettorale, l'atmosfera sarà surriscaldata.
Sabato scorso, il 16 marzo, ci sono stati duri scontri in centro a Nairobi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA Paolo Giunta La Spada

(Continua) 

Sullo stesso argomento leggi anche la Trilogia "Out of Africa?", prima, seconda e terza parte; 
e anche "Oggi in Kenya. Prima parte." e "Oggi in Kenya. Seconda parte."
     

4 commenti:

Matteo B. ha detto...

Che nazionalità è Peterle?

paologls ha detto...

Alojze (o Lojze) Peterle è sloveno. Ex-leader dei cristiano democratici sloveni.

MAIL_ADMIN ha detto...

Si è "occidentali" fino a quando?

Max ha detto...

Interessantissimo, grazie.

Max