22 settembre 2013

Oggi a Nairobi.


L'attentato di oggi a Nairobi con circa 30 morti e più di 50 feriti muove in me emozioni confuse, grande tristezza e alcune considerazioni.
Io a West Gate sono andato quasi tutti i giorni per 4 anni fino a luglio scorso: in banca, per comprare il pane, per prendere un caffè e incontrare amici, per fare la spesa e comprare frutta, verdura e quello che serviva ogni giorno in casa.
Non è "esclusivo" come ho letto sui giornali, è un mall come tanti a Nairobi, forse uno dei più belli, ma niente di particolare, un posto come tanti dove si va quando vivi in una città in Africa.
A Nairobi ce ne sono almeno altri 12 belli, grandi e funzionali come West Gate.
Casa mia è a 5 minuti di auto, dico casa mia perchè ci ho vissuto 4 anni e l'ho lasciata a luglio, e sono ancora pieno di ricordi e molti di quei ricordi attraversano i luoghi e gli spazi della città e si nutrono di persone e delle loro storie, di sguardi, occhi, corpi, colori, tagli diurni di sole e ombre di luci notturne.
4 anni che sono tutti dentro di me, negli occhi e nell'anima.
Ho sempre saputo che West Gate era un target, come altri mille posti a Nairobi, di un possibile atto di terrorismo di matrice islamica.
Ci pensi, ma se da trent'anni vivi girando il mondo non ci fai più caso, non vuoi farci caso.

Con amarezza: non mi stupisce che d'Africa e di città africane si parla solo quando c'è una carestia, una guerra o un attentato grave.
Tranquilli, già dopo domani, sui giornali dei grandi gruppi, non se ne parlerà più.
L'Africa per molti, troppi europei, resta il continente dove al massimo si va in vacanza a fare qualche foto esotica da far vedere agli amici, o si mette in pace la coscienza con un'adozione a distanza, o si va a lavorare ben pagati per qualche nota istituzione internazionale.
Berlusconi va in vacanza a Malindi nell'hotel di lusso di Briatore. Molti italiani vanno al mare in Kenya, o per parchi nazionali, molti, troppi, uomini e donne, praticano uno squallido turismo sessuale.
Il Kenya è presente col suo esercito in Somalia da più di due anni. Dopo che al-Shaabab ha sequestrato e ucciso in Kenya, specie sulla costa nord e nei dintorni di Lamu in particolare, il Kenya ha deciso di difendersi e il suo esercito è penetrato in profondità nel Sud della Somalia, ha liberato il porto di Kisimaio, ha indebolito le attività dei pirati somali.
I gìadisti che hanno attaccato West Gate, sempre che si confermi la matrice islamico-radicale dell'attacco, mostrano che nel pianeta c'è ormai un attacco trasversale e intercontinentale  che va dal Nord Africa all'Asia, dall'Africa Sub-Sahariana all'East Africa, dallo Yemen alla Siria, dal Pakistan all'Afghanistan, all'Irak.
E' un attacco armato globale e solo i benpensanti possono continuare a pensare che il mondo non è in guerra.

Molti errori sono stati commessi dal mondo liberal-occidentale, in particolare la guerra in Irak (con la scusa inconsistente delle armi di distruzione di massa), la guerra in Libia, l'intervento in Mali: guerre che hanno eliminato regimi laici e rafforzato il fondamentalismo d'origine islamica, vera peste del mondo contemporaneo.
Il mondo liberal-occidentale è incapace e assente in molti paesi come l'Egitto e la Siria che si trovano tra l'incudine della dittatura militare e il martello dell'integralismo islamico.
La globalizzazione economica di un pianeta con più di 7 miliardi di abitanti e la crisi produttiva che impoverisce vaste aree del pianeta, comprese quelle una volta stabili e ricche del Vecchio Continente, rende lo scenario mondiale sempre più soggetto al rischio di guerre estese e di conflitti che, a macchia di leopardo, si insinuano nel tessuto di ogni società.

Il richiamo alla pace, al confronto, alla ricerca di soluzioni mediate è l'unica via per lo sviluppo futuro del pianeta. 
C'è la necessità di educare le nuove generazioni ai principi della società liberale, alla pace, di investire nelle scuole, in particolare nei paesi più poveri e in quelli più sottoposti al radicalismo coranico dei gìadisti. 
Mi ricordo con orgoglio il ruolo di produzione e mediazione culturale di tutte le scuole italiane dove ho prestato servizio in giro per il mondo.

Mi viene poi da pensare, cambiando argomento, ai tanti amici che per anni hanno sostenuto che paesi come l'Egitto e il Kenya non sarebbero stati destabilizzati dal terrorismo radicale di matrice islamica.
In realtà non c'è servizio segreto che possa opporsi con la forza delle sue trame al disgregarsi crescente dei paesi poveri, anche i più stabili, specie se la crisi economica taglia in misura esponenziale le possibilità di finanziamento delle grandi potenze al mondo sottosviluppato.

Il mondo sta cambiando, ma in Europa non se ne sono ancora accorti. 



© RIPRODUZIONE RISERVATA PAOLO GIUNTA LA SPADA



http://paologls.blogspot.it/2011/10/pirati-somali.html
http://paologls.blogspot.it/2010/10/la-guerra-di-gennaio-2011-isola-di-lamu.html

13 commenti:

J. Long ha detto...

Caro P, non credi di essere troppo pacifista?

paologls ha detto...

No, non lo credo. Non sono un pacifista.

Il nazifascismo andava combattuto con le armi e anche il fascismo terrorista di oggi va combattuto con le armi.

Ma non si devono fare guerre che rafforzano il nemico e, inoltre, non si deve mai rinunciare a costruire la pace.

Solo nella pace c'è la civiltà.

Russel ha detto...

Grazie Paolo di questa testimonianza vissuta

Max ha detto...

Fine del turismo in Kenya. Nel 94 avevano attaccato l'Ambasciata americana, ieri hanno ucciso innocenti inermi e sparato in mezzo alla folla in un centro commerciale..

Wt Gate ha detto...

Peter Churchman, his wife and their young niece had been in the popular Art Caffe on the ground floor when the attack began. The first he knew of it was when a plate glass window shattered. More gunshots followed and a loud blast. "I think it was a grenade, it made a lot of sound. We ran to the entrance."

With people running in all directions, Churchman was separated from his wife, Eva. Hours later, carrying his niece, he was still wandering amid the ambulances, police and crowds outside asking if anyone had seen a Filipina woman.

Edoardo ha detto...

Ti ho pensato. Bel post sulla notizia. Grazie!

Tony S. ha detto...

Dear All,

As we are all aware, a major terrorist attack occurred at Westgate Mall on Saturday resulting in a huge loss of life. KDF & other Security forces are in full control of the operation, after which the total tally of lives lost will be known.

In the interest of accuracy and safety of life, we encourage everyone not to circulate unconfirmed information and rumours.

In the face of co-ordinated military style armed assault, our guards have performed in an exemplary manner and we are extremely proud of how everyone has performed.

In the initial assault, Securex guards came in line of fire that resulted in loss of life.

Our Guards responded and did all possible to ensure individuals escape either at that time or subsequently.

Our Operations team have been on the ground since 12.30 pm on Saturday. And have been actively helping security services in location & removal of people inside the building.

Condolences to the family of our West gate In-Charge Maurice A Ombisa and all who have lost their near and dear ones.

Regards,

Tony Sahni | Securex Group Managing Director

paologls ha detto...

Esprimo il mio dolore per tutti coloro che hanno perso i propri cari nel vile attentato. Con i Keniani per cancellare la peste del terrorismo vigliacco che colpisce innocenti inermi.

irene ha detto...

grazie paolo della tua bella testimonianza, condivido la tua posizione. Con le risposte armate si alimenta la cultura della guerra e non si combatte il terrorismo.

paologls ha detto...

Esistono due risposte:

se sparano al cervello di Malala per impedirle di studiare io devo assicurare CON LA FORZA il diritto di Malala e di tutte le ragazze allo studio. Infatti non c'è dialogo possibile con chi uccide innocenti e ragazze perchè vogliono studiare e vivere LIBERE.

2) C'è poi un livello politico, culturale ed educativo. Su questo livello c'è da fare molto di più che su quello militare. Se vogliamo un mondo libero, democratico e abitato da popoli consapevoli delle loro scelte.

AnnaLisa ha detto...

Hai ragione sul fatto che ormai è una guerra globale. Non è più un attentato ogni tanto. L'integralismi islamico è dappertutto e soprattutto alle porte di casa come in Nord Africa, dove tolto di mezzo Gheddafi che li teneva sotto controllo, dilagano...

Stefano Parrettini ha detto...

La crisi economica rende le democrazie occidentali sempre più fragili.
Incapaci a casa loro, i sistemi democratici lo sono ancora di più nel confronto con altri mondi.
L'opzione militare, a guardare francesi e inglesi, sembra l'unica possibile.
Ma risultati sono solo un peggioramento: in Afghanistan la guerra è persa e l'Irak è allo sbando, mentre tutti gli altri paesi arabi o nord africani sono diventati pericolosi.
In Libia qualche mese fa hanno ucciso l'ambasciatore americano, cosa che con Gheddafi non era mai successa.

Liana ha detto...

Le guerre sono la conseguenza di un mercato, quello delle armi, che è sempre più florido. Se non ci sono armi non ci sono guerre.