29 luglio 2018

Crisi delle società democratiche


La democrazia in Italia è in crisi per molteplici fattori: malgoverno, corruzione, crisi economica che impedisce un riformismo sociale efficace, crisi del sistema formativo e culturale, grave diffusione dell'analfabetismo funzionale, perdita di memoria storica e regressione alle peggiori aberrazioni ideologiche del Novecento.
Un motivo in più per rifiutare il disimpegno, la passività, la rassegnazione che è complice di razzismi e inciviltà; o un motivo in più per rifiutare l'atteggiamento molto chic di quelli che "io non mi sporco le mani, sono superiore", figurarsi, quanti ne conosco, mi sembra di sentirli. 
Una ragione in più per impegnarci. 
Davanti alla crisi delle società democratiche dovremmo sforzarci di ritrovare il senso della collettività, il gusto irrinunciabile della libertà, la bellezza del diritto comune fissato nelle leggi, la voglia di tornare alla cultura condivisa e alle competenze, e all'idea di una società che sceglie i più preparati, i più onesti, i migliori.
Mai si dovrebbe assecondare la deriva verso la mediocrità...

Certo, tutti abbiamo il problema della rappresentanza, della delega. 
Al riguardo vorrei dire due cose. 
La prima è che il popolo non è affatto migliore dei politici di professione, una cosa è chiacchierare e un'altra esercitare la funzione del governo e dell'amministrazione. 
La seconda è che noi, popolo, dovremmo smettere di lamentarci perché se si sono prodotti "questi" politici è perché noi non abbiamo denunciato e lottato abbastanza, non ci siamo impegnati abbastanza per creare un tessuto civile e morale, e delle abitudini nazionali condivise, di cui essere orgogliosi. 
Oggi gli italiani assomigliano ai tifosi delle squadre di calcio, ognuno col suo partito e la sua verità, incapaci di guardare e accorgersi della realtà. 
Certo, il sistema e l'industria culturale non aiuta, la scuola è trascurata, l'informazione negata o contraffatta. 
Ma esiste anche una società dell'eccellenza in Italia, gente che lavora seriamente, è onesta, competente, si impegna nel volontariato civile e culturale, è rispettata non per le chiacchiere che fa, ma per il profilo umano e professionale che rappresenta: io voglio che tali persone governino, non un imbecille "preso a sorteggio"...


Foto del 28 luglio 2018: l'inciviltà del popolo, di "certo popolo", è uguale o peggio dell'inciviltà di "certi politici". Fino a quando i comportamenti del popolo saranno "questi" avremo "questi" politici... 

2 commenti:

Edoardo ha detto...

In realtà è in atto la tendenza alla rassegnazione passività, anteprima di una società dove ognuno pensa solo a sé

Alberto F. ha detto...

I governi cambiano ma mai c'è un disegno globale, un progetto di società.
Solo tante chiacchiere, il cambiamento è solo uno slogan
Ci mancava solo Grillo che diceva che la democrazia va superata e per fare il parlamento va fatto un sorteggio.
Però hai ragione, troppi lamenti e poco agire in positivo