3 novembre 2018

4 novembre


L'Italia dichiarò guerra all'Austria il 23 maggio del 1915.
Non c'era alcuna ragione che giustificasse l'ingresso dell'Italia nel conflitto viste le trattative del governo con Vienna, e le concrete possibilità di accordo con Londra: poteva essere sfruttata la neutralità ottenendo non solo Trento, Trieste, e le "terre irredente", ma anche tutti i vantaggi che sarebbero derivati da una condizione interna di pace.
Prevalse, purtroppo, l'idea della guerra.
Al censimento del 1911 la popolazione italiana ammontava a 35.845.048 residenti e a 34.671.377 presenti di fatto. 
Tra il 1915 e il 1918 vennero chiamati alle armi 5.903.140 italiani; di questi 4.200.000 furono impiegati in prima linea.
I morti in guerra o per cause di guerra furono, considerando le diverse fonti, tra 680.000  e 709.000.
I feriti furono 950.000 - 1.050.000;  di questi 463.000 riportarono menomazioni permanenti.
I prigionieri italiani furono circa 600.000, metà dei quali catturati dagli austro-tedeschi dopo la disfatta di Caporetto del 24 ottobre 1917.
100.000 italiani morirono durante la prigionia per le epidemie infettive presenti nei campi, ma soprattutto di fame, a causa del criminale ordine imposto dal governo italiano di bloccare i pacchi delle famiglie ai figli prigionieri, indicati come possibili sospetti di vigliaccheria.
La cosiddetta battaglia finale a Vittorio Veneto fu in realtà la constatazione della resa, dello sbando e del crollo irreversibile dell'impero austro-ungarico, spazzato dalle divisioni delle insorgenti nazionalità che lo avevano composto per secoli.
Se gli italiani dovessero scegliere una battaglia decisiva per le sorti della Patria, e rappresentativa della ritrovata unità nazionale nell'amara tragedia del conflitto, questa dovrebbe essere senz'altro la battaglia del Piave, e non di Vittorio Veneto.
La prima guerra mondiale che, ancor oggi, viene definita come "quarta guerra d'indipendenza italiana", fu un massacro inutile e drammatico che determinò il peggiorare delle condizioni economiche e sociali d'Italia e favorì il successivo avvento della dittatura.

2 commenti:

Maria Teresa Urbani ha detto...

Grazie per averci ricordato la realtà in cifre e fatti al netto delle celebrazioni di domani

Russel ha detto...

Grazie, studiare la storia serve a capire il tempo presente