4 dicembre 2018

Il presepe




Ricordo perfettamente quando da piccolo, con mio fratello mio padre e mia madre, facevo il presepe. Papà collegava un tubo di plastica tra il presepe e l'unico bagno di casa, e apriva l'acqua per fare laghetti e ruscelletti. Mamma spargeva ghiaietta bianca e farina sulla carta crespa, dipinta di verde, marrone e nero da noi stessi, che serviva a fare montagne e grotta. Si mettevano le lucette e i personaggi che non erano tantissimi, forse perché non erano tanti i soldi e mamma e papà dovevano far quadrare i conti. Si mettevano le candeline accese vere sull'abete, a rischio incendio, e poi la sera di Natale ci davamo tutti la mano, dicevamo la nostra preghierina tutti insieme, si apriva il tubo dell'acqua un minuto solo, si guardavano con trepidazione le lucette colorate, ci davamo un bacio tutti e il regalo più grande era vedere la dolcezza nello sguardo lucido di mamma e la soddisfazione di papà perché io e mio fratello eravamo sempre i più bravi a scuola; ma non è questo che vi voglio raccontare. Sono letteralmente scandalizzato dall'uso politico e strumentale che personaggi come Meloni e Salvini fanno del presepe. Il presepe è un simbolo di fratellanza e di amore. Farlo diventare come fanno Salvini e Meloni un simbolo di razzismo, odio e divisioni è profondamente anti-cristiano e molto razzista ed è l'opposto della vera civiltà italiana...

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