5 giugno 2012

Il fondo "Salva-Stati"


Negli ultimi 30 anni il capitalismo industriale è stato in larga parte sostituito da un capitalismo finanziario e questo processo è stato particolarmente radicale in Italia. Nel mondo si è instaurata un’economia globale che favorisce le macroproduzioni, sostenute da grande capitale e immensi mezzi di distribuzione e imposizione pubblicitaria, a scapito delle microproduzioni spesso incapaci di reggere la concorrenza dei grandi gruppi.
A parte il comparto del lusso relativo ai vari settori della vita, (scarpe vestiti gioielli alimentari auto nautica informatica), la produzione di massa ha preso la strada della bassa qualità, dell’omologazione.
Questo processo conduce al rischio di perdere molte eccellenze dei Paesi che hanno piccoli distretti industriali e molto artigianato: l’Italia è il primo di questi Paesi.
Non credo di poter essere accusato di antieuropeismo se dico che la legislazione europea sul comparto alimentare e sull’agricoltura è fatta per favorire le grandi industrie continentali e distruggere le eccellenze del nostro territorio cancellando le micro-produzioni locali e la biodiversità.
Davanti all’avanzare del capitalismo finanziario, il finanzcapitalismo come lo definisce Luciano Gallino, l’Italia è rimasta priva di difese e senza un governo capace di dare risposte autorevoli.
La classe degli industriali italiani ha pensato agli affari propri. Alcuni hanno liquidato interi imperi industriali come Carlo De Benedetti che ha fatto scomparire l’informatica italiana e il prestigioso marchio Olivetti.
Silvio Berlusconi, grazie all’amicizia con Craxi, ottenne gratis tutte le frequenze televisive italiane, conseguì il monopolio della pubblicità radiotelevisiva e, quando rischiò di essere arrestato per questioni relative al suo modo di operare, decise di entrare in politica; ebbe un successo trionfale e fece in modo di promulgare leggi come la Cirielli o il Lodo Alfano che cancellavano i reati commessi o facevano cadere le accuse a lui rivolte. Gli Agnelli hanno tentato di salvare il comparto dell’auto, ma hanno faticato, e sono la famiglia di imprenditori più assistita dallo stato di tutta l’Europa. La chimica italiana dopo il caso Enimont non esiste più. Prestigiosi marchi come Geloso, Voxson, Autovox, Seleco, Saba, Brionvega sono lontani ricordi: l’elettrotecnica italiana non c’è più.
Gli imprenditori italiani invece di investire hanno trasferito i soldi all’estero, comprato bond stranieri, creato società off-shore, banche e agenzie estere per non pagare le tasse in Italia.
Hanno prodotto speculazioni di Borsa incuranti dei piccoli risparmiatori che hanno pagato, a volte, con molti dei loro risparmi. Spesso hanno operato con la compiacenza o l’aperto appoggio del potere politico, dei governi italiani che loro stessi hanno concorso a sostenere.
Nel caso di Berlusconi non hanno avuto bisogno di chiedere aiuto al governo in quanto il governo e le forze economiche corrispondevano ad una sola persona.
Oggi si vedono i risultati.
La grande produzione italiana resiste solo se fortemente assistita dallo stato, cioè dai cittadini italiani che pagano le tasse.
Chi fa soldi guadagna grazie al monopolio garantito dai governi: l’Italia è un Paese con molti settori privi concorrenza, o con una concorrenza finta per cui i gestori di servizi concordano le tariffe da far pagare ai cittadini.
Le piccole imprese, invece, nessuno le aiuta.
Sono strette tra le richieste di Equitalia, con le Amministrazioni pubbliche che pagano con ritardi di anni, e il mercato che non tira perché la gente non ha una lira: falliscono.
Contemporaneamente il debito pubblico sale e la sfiducia nel sistema-Italia cresce.
L’Italia, che prometteva liberalizzazioni e sviluppo con l’avvento del governo Monti, sembra essersi trasformata stabilmente in un regime oligarchico che ha poco di liberale e di democratico.
I mass media, detenuti in gran parte dall’ex-premier, continuano a parlare di tagli alla spesa pubblica, che tradotto significa sacrifici solo per i pensionati, i lavoratori dipendenti, gli artigiani, i contadini, le piccole imprese lasciate al loro destino di fallimento.
Lontani dalla società reale come solo i docenti universitari a volte riescono ad essere, ed incapaci di vedere quello che tutti vedono, i professori del governo Monti, con la benedizione dell’ex-maggioranza, si stanno muovendo in due direzioni.

1) Una riforma liberticida della Costituzione italiana che farebbe diventare l’Italia una Repubblica presidenziale in cui il Capo dello Stato non ha il potere di Garante come avviene oggi, ma tutto il potere andrebbe nelle mani del Presidente del Consiglio che potrebbe rimuovere ministri quando vuole, sciogliere le Camere, indire elezioni, ignorare il dibattito parlamentare ridotto a istituto di consultazione.

Il Parlamento, potrà essere sciolto dallo stesso Presidente del Consiglio, nel caso votasse contro una sua legge sulla quale fosse stata posta e negata la fiducia.
Gli equilibri costituzionali sarebbero profondamente alterati, garanzie e bilanciamenti propri di un sistema democratico sarebbero cancellati.
Vedi anche l’appello di Libertà e Giustizia sul tema:

http://www.libertaegiustizia.it/2012/06/01/lappello-di-12-giuristi-il-parlamento-blocchi-la-riforma-costituzionale/

2) L’adesione al “Meccanismo Europeo di Stabilità” (ESM) che nel linguaggio del professor Monti sarebbe il “Fondo Salva-Stati”.
Il suo vero nome dovrebbe essere “Fondo Ammazza-Stati”. Infatti i diciassette Stati che ne farebbero parte, fra cui l’Italia, parteciperanno non come “sovrani”, ma “in qualità di soci e debitori”.
In qualità di debitori Italia, Spagna, Portogallo, Irlanda riceveranno immediatamente istruzioni su quali tagli applicare ai loro cittadini “al fine di ottenere la liquidità necessaria per evitare il fallimento”.
Tale istituto sovranazionale sarà dominato dalla Germania, ma questo lo sanno tutti e hanno imparato a recitarlo come scolaretti da qualche tempo.

Quello che nessuno dice è che tale Fondo deve guadagnarci sopra e non si esclude che altri contraenti entrino nel gruppo al solo fine di investire i propri soldi e guadagnarci.
La Cina ha già espresso il suo interesse: infatti si deve sapere che il Fondo non fa beneficenza in quanto presta ad un tasso e si fa pagare i debiti ad un tasso più alto.
L’Italia per entrare in questo club dell’usura istituzionalizzata dovrà pagare subito 125 miliardi di Euro.
Riuscite ad immaginare dove saranno cercati?

Non credo che questo istituto sovranazionale possa fare il bene dell’Italia, né che sia adatto a restituire all’Europa la credibilità che sta perdendo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA Paolo Giunta La Spada

7 commenti:

Fabio B. ha detto...

Ieri Fassina, il ministro dell'economia del PD, proponeva le elezioni anticipate, idea non peregrina.
Oggi lo hanno zittito.
Bisogna finire la legislatura per far maturare il vitalizio a deputati e senatori!

Anonimo ha detto...

Se mai ci sono stati dubbi dopo 6 mesi il governo Monti ha svelato la sua faccia: alleanza con Berlusconi per il presidenzialismo e alleanza soffocante con l'Europa tedeschizzata

M. Teresa Urbani ha detto...

La riforma costituzionale mette a rischio la sovranità popolare e il fondo salva stati mette a rischio l'indipendenza della nazione.

paologls ha detto...

In questo momento in Italia si parla solo di "tagli alla spesa pubblica": ma dove sono finite le liberalizzazioni degli ordini professionali? L'abolizione delle province e il taglio ai costi dell'amministrazione politica?
Perchè l'unica "riforma" che vogliono fare i politici è quella dello... stipendio di lavoratori e pensionati che già sono in difficoltà?

Russel ha detto...

E' come quando la nave affonda e ti vogliono convincere che non succede niente. Sono anni che prima Berlusconi e poi Monti dicono che tutto va bene, ma ormai le bugie si stanno accumulando. Non va bene niente, l'Italia è in recessione e gli unici investimenti che fanno gli stranieri in Italia sono gli acquisti delle nostre aziende in fallimento.
Che cosa è l'antipolitica davanti ad anni e anni di bugie???

Gicogì ha detto...

Devo riconoscere che leggendo i post dei mesi scorsi lo scenario italiano di adesso è quello descritto. Alla fine Berlusconi è ridisceso in campo (con tuttti i suoi avvocati, i suoi miliardi e le sue escort). Buona fortuna e si salvi chi può

aurelio iannucci ha detto...

Paolo, sei un grande!!!
...ogni tanto leggo i tuoi articoli

Ciao
Aurelio