25 gennaio 2013

Le 4 mosse...

Le 4 mosse di cui nessuno parla. In questa ripubblicazione mancano i numerosi commenti che trovate nell'originale post di aprile 2012.
In tutto questo tempo sono arrivate tasse, promesse, bugie e menzogne. Alle 4 mosse seguenti nessun partito sembra seriamente interessato...


Libera l'Italia in 4 mosse.
1) Riforma elettorale. Il bipolarismo in Italia non ha funzionato. Berlusconi per vincere le elezioni si alleava con Bossi, Casini, Fini, Storace, Santanchè e Mastella. Ultimamente per salvare i numeri anche con Scilipoti e Di Gregorio. Prodi per vincere si alleava con Bertinotti, Di Pietro, Diliberto, Pecoraro Scanio, D’Alema e Mastella (che si alleava con chiunque ed era specializzato nell’acchiappare poltrone da destra, dal centro e da sinistra). Si sa come sono finiti i governi di centro-sinistra, travolti dalla confusione e dalle dissidenze interne; e quelli di centro-destra, composti da un’accolita di divoratori di appalti, tangenti e poltrone e famosi per le allegre “cortigiane” al seguito. Si vietino le alleanze pre-elettorali: era meno peggio la cosiddetta prima Repubblica quando c’erano DC, PCI, PLI, PSI, MSI, ecc. e chi vinceva, vinceva. La politica torni ai partiti politici, basta con i partiti azienda che cambiano nome ad ogni elezione, vendono fumo e fanno solo chiacchiere. La formula possibile: sbarramento al 5% e forte premio di maggioranza al partito che vince le elezioni; ripristino delle preferenze elettorali e del diritto degli italiani a scegliere le persone che vogliono e non i raccomandati, i “figli di”, le “amichette di”.

2) Riforma costituzionale del Parlamento. In Italia il Senato è un inutile doppione della Camera, non serve. Inoltre ci sono 630 deputati e 315 senatori. Nessun Paese al mondo ne ha così tanti. Abolizione del Senato. Camera con 500 deputati, non uno di più, in linea con i numeri delle nazioni più civili e progredite.

3) Riforma globale del mondo radiotelevisivo e dell’informazione: più mercato e meno monopolio. Liberalizzazione totale dell’etere e legge sul conflitto di interessi.

4) Riforma della politica. Finchè i “posti” della politica sono poltrone da 15.000 euro al mese o 20.000 euro al mese in politica si impegneranno sempre i pescecani, i mafiosi, i riciclatori, i disonesti, gli arrampicatori sociali, i figli di quello, vedi il trota (16.000 euro al mese), e l’amica di quell’altro (vedi la Minetti, anche lei 16.000 euro al mese). Non basta ridurre a due mandati la carriera politica (misura comunque sacrosanta). Bisogna rendere non appetibili gli stipendi di assessori e presidenti comunali, provinciali e regionali, deputati, ministri e senatori. Se tutti questi signori guadagnassero 3.000 euro al mese molti farabutti lascerebbero la politica e noi italiani festeggeremmo un nuovo anniversario della Liberazione.

Paolo Giunta La Spada

1 commento:

paologls ha detto...

Tutti confermano i commenti di aprile 2012 che non ripubblico. Emerge, in più, la triste consapevolezza di una eterna condizione di stallo della politica italiana.