1 maggio 2013

Sono 400.000

In Italia 400.000 persone, quasi tutti giovani e in gran parte ragazze, lavorano nei call center. Telefonano, prendono appuntamenti, chiedono ascolto, pubblicizzano.
Sono un esercito di precari, di assunti in nero, senza alcuna prospettiva di inquadramento, sono vittime di una società che dà poca formazione educativa e professionale e che sfrutta senza pietà tutti quelli che non hanno avuto la fortuna di studiare, di formarsi una cultura, di costruire un progetto.
Sono vittime e colpiscono altre vittime, spesso pensionati e anziani che, contenti di ricevere una visita e sfuggire per un attimo alla propria solitudine, accettano appuntamenti e firmano contratti onerosi, o comprano merci che non servono a nessuno.
E' una delle tante facce del "sommerso" in Italia, cioè del mondo di chi sfrutta e non paga tasse allo stato facendo così indebita concorrenza alle aziende sane che pagano il loro contributo alla società.
Come i raccoglitori di pomodoro nigeriani delle campagne pugliesi o come i lavapiatti cingalesi dei ristoranti romani le ragazze dei call center sono sfruttate, subiscono le avances del capo, vengono pagate poco, in ritardo e male.
Lo stipendio medio è 700 Euro.
Ma sono italiane perchè devono saper parlare italiano per convincere i pensionati e le anziane signore che vivono sole.
Ricordate il bel film di Virzì "Tutta la vita davanti?"



Quando ci sarà un governo che abbasserà le tasse alle aziende sane e annienterà i traffici delle aziende che prosperano sullo sfruttamento dei giovani?

1 commento:

Max ha detto...

Bel film e buon post