20 maggio 2019

Perché sono europeista



La democrazia italiana ha permesso a tutte le minoranze di vivere nella libertà e nella prosperità.
Fino agli anni Sessanta, io lo ricordo ancora, c’erano attentati dei tirolesi contro lo stato italiano. Da 60 anni non ci sono attentati secessionisti in Alto Adige – Sud Tirol e non ci sono mai stati in Friuli, Val d’Aosta, Sicilia e Sardegna. 
Quando sento di secessionisti del Nord o del Sud, che siano padano-veneti o filo-borbonici, mi viene da ridere. Non ci servono nuovi confini padani o borbonici in Italia, né ci serve un ritorno allo stato della Chiesa con l’indice dei libri proibiti, l’Inquisizione, e una teocrazia guidata da un Papa-re.
L’Italia, la nostra Patria, deve rimanere unita e libera.
Il futuro dell’Italia è in Europa, un’Europa sempre più laica e liberale, senza confini grazie all’accordo Schengen.
Oggi posso studiare, lavorare e vivere in qualsiasi Paese europeo senza alcun limite che non sia quello del rispetto della legge.
L’Europa è il luogo più libero e ricco del mondo e credo che sia interesse di tutti conservarlo tale.
Non ci sarà ricchezza senza la società aperta che l’Europa è e rappresenta ogni giorno.
L’Europa è come un club: se vuoi farne parte devi rispettare le sue regole.
Una è quella del contenere il debito pubblico di ogni stato perché l’Europa ha paura che se un membro del club fallisce, falliscono tutti.
Questa è la ragione per contenere la spesa pubblica inutile, fare riforme che favoriscano le imprese e la produttività, costruire infrastrutture utili al bene pubblico, incrementare le risorse per le scuole, le università, la ricerca, l’innovazione; tutelare e valorizzare l’ambiente, il paesaggio, i beni culturali, storici e artistici.
L’Europa è tutto questo e l’Italia ne è una parte importante.
Solo se l’Europa resta forte si avrà la possibilità di cambiarla; e solo un’Italia  governata da una classe dirigente colta preparata e sensibile potrà far contare le esigenze degli italiani in un quadro europeo e internazionale.
Il nemico di tutti noi è il nazionalismo, ma il nazionalismo non potrà mai avere una strategia comune perché i populisti e nazionalisti sono, semplicemente, per riportarci indietro al Novecento quando si produssero i protezionismi doganali, i sistemi autarchici basati su dittature, i sistemi ideologici dittatoriali che ci condussero alle persecuzioni basate sulla razza, alla cancellazione di ogni dissenso, alle violenze poliziesche e alle guerre di aggressione: questo sono i nazionalismi e non saranno mai altro perché sono solo in grado di scaricare su presunti capri espiatori, additati come nemici, interni o esterni alla società, tutte le frustrazioni dei popoli che con l’Europa libera, in realtà,  hanno vissuto nella democrazia e nella prosperità.
I nazionalisti, che oggi per meglio prendere in giro i fessi amano farsi chiamare sovranisti, dicono di volere uscire dall’Euro, ma non sono in grado di spiegare ai cittadini che i risparmi di tutti noi, benché magri, si polverizzerebbero subito con una nuova improbabile valuta che nessuno al mondo vorrebbe e che ci renderebbe immediatamente tutti più poveri. 
I nazionalisti dicono che bisogna sforare il deficit, ma non dicono che nessuno si fida di un debitore che continua a sperperare, spendere e spandere con inutili redditi cosiddetti “di cittadinanza” regalati a chi non fa nulla e dichiara di essere povero senza esserlo; e la prova di quanto dico è lo spread che continua a salire e  mostra la cifra di inaffidabilità del presente governo e dell’attuale politica agli occhi del mondo intero.
I nazionalisti propongono referendum sull’Euro, ma non sanno spiegare come verrebbero pagati i debiti internazionali in Euro contratti da noi italiani.
I nazionalisti ci porteranno, come accadde nel novembre 2011, sull’orlo della bancarotta, e, in un processo graduale ma inevitabile, alle tensioni economiche e alle guerre.
I nazionalisti anti-europei si auto-definiscono patrioti, ma sono solo nazionalisti che istigano a scaricare su stranieri e diversi le frustrazioni degli italiani.
Chi ama la nostra Patria come me, e come tanti altri italiani, dovrebbe lavorare per combattere la dilagante corruzione di cui soffre il nostro Paese, strappare il Sud a mafie ed eco-mafie, limitare lo strapotere dei grandi gruppi finanziari, combattere il divario crescente tra povertà e ricchezza, governare in modo intelligente, severo e pragmatico l’immigrazione di massa (evitando eccessi da una parte e dall’altra), restituire scuole e università funzionanti ai nostri giovani. 
Viviamo una crisi economica, politica, morale. Ad ogni crisi si fanno avanti duci e ducetti di ogni tipo che sembrano voler ricalcare le orme dei duci che ci condussero alla catastrofe, alle sconfitte e alle rovine di ieri.
Questi ducetti sanno indicare solo nemici: per Salvini i nemici sono gli immigrati, Macron, l’Europa, perfino Papa Francesco.
Per Boris Johnson i nemici sono Bruxelles e la Commissione europea. 
Per Orban il nemico è George Soros. Per Trump i nemici sono i latinos, i musulmani e tutti i paesi che non si inchinano al potere statunitense.
Questi ducetti hanno solo nemici, vogliono solo muri, non sanno costruire nulla.
Ai “muri” che questi ducetti vogliono costruire dobbiamo opporre la razionalità di un’Europa che rimane libera, garantisce pace e costruisce riforme utili allo sviluppo.
Solo l’Europa potrà garantirci libertà e democrazia, e solo in un’Europa libera e democratica potremo dare un futuro di pace e prosperità ai nostri figli.

W l’Italia. W l’Europa. 

5 commenti:

Roberto ha detto...

IL problema sono gli italiani che più sono ignoranti più sono incapaci di capirci qualcosa

Anonimo ha detto...

Un articolo come questo, ma l'Europa non funziona. E allora? sarebbe anche peggio senza l'Europa?

Maria Teresa Urbani ha detto...

Condivido al 100%
Grazie

Farci amministrare dai canadesi? ha detto...

Negli ultimi 20 anni tutte le nazioni europee sono cresciute al ritmo del 2 o 3 % l'anno. Solo l'Italia non è cresciuta e questo la dice lunga sulla classe dirigente italiana chiacchierona, ma anche su noi italiani che preferiamo sempre tribuni della plebe e rottamatori di ogni tipo piuttosto che persone serie, preparate e competenti. Siamo i malati d'Europa con crescita zero, mafia, evasione fiscale, leggi arretrate in tutti i campi. Se al governo va chi è bravo a farsi i selfie che cosa ti aspetti?

AnnaLisa ha detto...

La crisi italiana non è solo politica, ma civile.
Basta vedere i comportamenti dei genitori nelle scuole, l'immondizia per le strade, i biglietti non pagati sull'autobus, l'evasione fiscale che cresce, il giustificare sempre tutto.
La classe dirigente è espressione della società.
I populisti piacciono a questo tipo di società, anzi la alimentano con le chiacchiere e le battute, i selfie, la superficialità la faciloneria.