14 febbraio 2015

La guerra alle porte?

Gheddafi era un dittatore, ma era un dittatore di un regime laico che teneva sotto stretto controllo il fondamentalismo islamista. 
Nel 2010/2011,  appena prima dell'insorgenza fondamentalista, (chiamata "Primavera araba" da molti ingenui e ignoranti di  affari arabi e africani), Gheddafi aveva rapporti eccellenti con l'Italia e relazioni ottime con gli USA.
La cosiddetta Primavera araba diede l'occasione alla Francia e alla Gran Bretagna di sostituire l'Italia come interlocutore privilegiato della Libia. 
L'insipienza di Berlusconi e del suo governo resero la politica di Londra e Parigi più agevole. 
Berlusconi non solo tradì il suo amico Gheddafi, ma si accodò alla decisione di Londra e Parigi di bombardare la Libia. 
Come dichiarò all'epoca il nostro Stato Maggiore, nei bombardamenti fu consumata gran parte del nostro arsenale missilistico (leggi post sotto).
L'opposizione di allora al governo Berlusconi non ebbe nulla da dire: questo blog fu una delle pochissime voci in grado di denunciare il ridicolo di una politica estera italiana del tutto controproducente e suicida. 
Oggi, a distanza di pochi anni, si ripresenta una situazione più difficile di quella del tempo di Gheddafi, e con un quadro macro-regionale assai più complesso. 
Le forze del fondamentalismo islamista stanno prevalendo sulle istanze dell'Islam moderato in diversi Paesi del Nord Africa e dell'Africa sub - sahariana, hanno preso il sopravvento in parte della Siria e dell'Irak, tentano di destabilizzare l'Egitto.
C'è una trama ordita su scala internazionale che mira ad instaurare regimi islamisti fanatici. 
L'Italia può cogliere l'ultima occasione per riassumere il ruolo di nazione stabilizzatrice dei conflitti nell'area sud-mediterranea, ma c'è necessità di non ripetere errori e incertezze del passato; e c'è bisogno di una diplomazia capace e preparata che, senza tanti annunci, si metta velocemente al lavoro per creare alleanze e produrre soluzioni.


© RIPRODUZIONE RISERVATA Paolo Giunta La Spada


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10 commenti:

AnnaLisa ha detto...

Mi ricordo i tuoi post che riletgo ora. E' pazzesco che la stampa nazionale non dice nulla di quella che è la reale situazione. C'è molta ignoranza, ma quello che mi sorprende è l'assenza di critiche all'epoca della guerra in Libia. Hai ragione nessuno disse nulla, A tutti sembrava positivo liberare la Libia da Gheddafi. Se i politici leggessero il tuo blog................

Edoardo ha detto...

Da Berlusconi ad oggi sono cambiate poche cose, quello che rimane fermo è l'approssimazione, la mediocrità.
Non credo che la Farnesina di oggi sia migliore di quella di Berlusconi

Russel ha detto...

Grazie per il post. Sarebbe il caso di urlare di meno in Parlamento e fare meno tweet, parlare meno di gufi e sorci verdi e pensare di più a quello che succede alle porte di casa nostra...

Maria Teresa Urbani ha detto...

Sono interessantissimi i suoi vecchi articoli, perciò mi piacerebbe lei indicasse meglio le possibili soluzioni e il reale quadro della situazione. Grazie!

paologls ha detto...

I primi commenti di Gentiloni e Renzi sono deludenti: si parla, come al solito, dell'ONU...
Trascurando di dire che fu proprio l'ONU ad accettare supinamente la volontà di due membri del Consiglio di Sicurezza permanente, Francia e Gran Bretagna, di distruggere (e con bombardamenti a tappeto) la Libia...
Inoltre sappiamo che i tempi dell'ONU sono lunghissimi.
Infine sarebbe ora, piuttosto che accodarsi alle scelte degli altri, che si vedesse una politica estera dell'Italia corrispondente agli interessi italiani...

Ada ha detto...

Concordo su tutta l'analisi e anche sui post degli anni scorsi, che andrebbero fatti leggere a chi ha avuto responsabilità politiche e di governo.
D'accordo anche sulle atroci responsabilità di Francia e Regno Unito (e delle lobbies che hanno voluto la guerra contro Gheddafi)....
Penso che in ogni caso si debba lavorare per la pace e vorrei un'opinione su questo.
Grazie

paologls ha detto...

Rispondo a Maria Teresa Urbani e ad Ada:

L'Italia può considerare diverse ipotesi:
appoggiare Egitto e Arabia Saudita che vogliono combattere anche in Libia la "Fratellanza Mussulmana", considerata la testa del gìadismo mondiale.
Può farlo anche in modo velato e indiretto e concordando un processo fatto di tappe intermedie e obiettivi finali.

Può stabilire relazioni sia con Tripoli, sia con Tobruk, al fine di sviluppare una mediazione tra Tripolitania e Cirenaica che conduca alla pace, ma con l'amara consapevolezza di rafforzare la definitiva divisione della Libia.

Convocare un'assemblea di deputati libici disposti al dialogo che stabilisca un percorso di gestione pacifica del territorio, scelga un esecutivo di unità nazionale e governi.
Ipotesi valida e credibile, ma difficile da attuare sul campo, vista la estrema divisione delle forze libiche.

Ma, se si vuole evitare un rovinoso coinvolgimento in un nuovo conflitto armato, bisogna muoversi.

E bisogna farlo per due ragioni:
1) salvare la pace
2) evitare l'irrilevanza politica a cui ci hanno costretto gli ultimi governi nazionali.

Nell'articolazione della Storia, come nella rappresentazione della geopolitica, o si è spettatori, o si agisce.

Spero che il nostro Governo se ne renda conto e agisca di conseguenza.

Alex ha detto...

Il governo dovrebbe evitare affermazioni come quelle di Gentiloni e Pignotti tipo SIAMO PRONTI A COMBATTERE!
In realtà quando il governo dice che non si è deciso nulla e che l'eventuale azione si deve svolgere "sotto l'egida dell'Onu" ci sta semplicemente dicendo che non ci capisce nulla e che non sta facendo nulla .
Che aspetta come al solito che siano gli altri a decidere
Purtroppo

Alberto F. ha detto...

Analisi validissima, ma trascura un fatto ,cioè che ai politici italiano non gli frega proprio niente degli interessi italiani.
Già oggi ogni partito italiano guarda a cosa pensa l'avversario politico per poi dire il contrario.
A loro interessa la politica di casa .
E' raro trovare persone colte come Lei
Sopratutto mi viene da pensare che solo una persona come Lei che è stata tanto all'estero può sentire un così forte amore per la Patria

Giuseppe Maria Ficara ha detto...

Purtroppo si sta delineando una situazione a livello mondiale poco rassicurante. C'è un vero e proprio partito della guerra, da una parte e dall'altra. Si sta creando, con mezzi di una crudeltà estrema da una parte e con l'ignoranza dall'altra, una divisione in schieramenti quasi ineluttabile. Aveva ragione il Papa ad affermare che siamo già nella terza guerra mondiale. Speriamo di uscire presto da questa spirale, con l'aiuto di persone competenti e di grande esperienza, come Romano Prodi ad esempio.